LECCE – Un Paese diviso, tra generazioni, tra tipi di lavoratori con contratti diversi: precari contro lavoratori garantiti, immigrati contro residenti. È un’Italia del lavoro spaccata, frammentata, che annaspa, nonostante delle isole felici, quella che descrive Susanna Camusso, leader della Cigil, oggi nuovamente a Lecce. “Togliere le prospettive a giovani e negarle, significa negarle al Paese. In questa splendida Città ricordiamo che occuparsi di cultura non significa occuparsi solo del passato ma di tecnologie e innovazione”. La politica, in questi anni, dalla legge Biagi in poi, si è occupata di sottrarre diritti conquistati con il sangue negli anni scorsi. Il sindacato è tranchant: bisogna invertire la rotta. Nell’aula magna del Codacci Pisanelli la testimonianza di un giovane sindacalista che da otto anni lavora in un call center è un pugno nello stomaco. I lavoratori di questo tipo hanno forme contrattuali diverse e in molti vivono in un limbo con zero certezze per il futuro. Eppure, laureati e gente con master finisce lì a vivacchiare con un lavoro part-time per anni (e non sono pochi gli episodi di sfruttamento). In pochi riescono a raggiungere la meta di un contratto full-time a tempo indeterminato.
Un disastro annunciato, cominciato con l’allegro giuslavorismo degli anni duemila (in realtà già cominciato dal pacchetto Treu del ’97, che introduce il lavoro interinale fino ad allora vietato) che tocca tutti, anche i lavoratori del mondo della cultura. Sono 652 i lavoratori precari della conoscenza in Unisalento. “Mentre diciamo di non avere soldi di ricerca, paghiamo i nostri ricercatori che sono all’estero, perché non riusciamo a dare risposte qui – tuona il prorettore vicario Domenico Fazio – Il sottofinanziamento delle università e la questione meridionale delle università sono due questioni da risolvere: in Italia siamo gli ultimi per investimenti nell’università (al sud meno soldi di tutte le altre università e questo incide sul precariato). Al nord nel 2006 erano del 43 per cento i dottorati e sono cresciuti di sei punti: guarda caso sono decresciuti di 6 punti quelli del sud”. Tagli all’Università che continuano, di milioni in milioni: poi, bisogna tenere conto del budget diviso in modo da far crescere sempre quelli che sono già grandi.
“È come se in una famiglia i figli forti si contendessero il pasto con i deboli”. Mentre l’Unisalento allenta il turnover, a Padova annunciano nuove assunzioni. “Il numero di iscritti aumenta del 3 per cento all’anno, abbiamo avuto un allargamento dei corsi di studio – spiega Domenico Fazio – I lussi che il Paese non si può permettere sono l’incultura e l’ignoranza”. Il guaio è che la globalizzazione selvaggia ha vinto, unita al neo-capitalismo che ha fatto diventare i ricchi sempre più ricchi facendo precipitare il ceto medio nell’incertezza di un futuro fatto di lavoro flessibile a buon mercato.
“Nuovi Lavori. Nuovi Diritti. Per tutelare giovani, precari e partite Iva”: è il titolo dell’iniziativa leccese con la presenza del Segretario generale della Cgil Susanna Camusso. È da qui che bisogna partire. L’evento si inserisce nella campagna referendaria della Cgil che mette al centro il protagonismo dei giovani e i temi del lavoro in provincia di Lecce. Alle ore 17 Susanna Camusso ha inaugurato, nel quartiere San Pio, in via delle Anime 26, lo Spazio Diritti, un luogo dedicato al coworking, aperto dalla Cgil a freelancer, partite iva, precari e cittadini, giovani e non, per tutelarne i diritti. Subito dopo, alle ore 18, Camusso ha partecipato alla conferenza pubblica nell’Aula Magna dell’ex Ateneo dell’Università del Salento, a Palazzo Codacci Pisanelli. “Con i due Referendum sul Lavoro per l’abrogazione dei voucher e per la responsabilità solidale in materia di appalti, la Cgil invita tutte e tutti a scrivere insieme una pagina nuova di protagonismo e di partecipazione democratica per cambiare l’Italia e liberare il lavoro con due Sì!” – spiegano i sindacalisti.
Leonardo Bianchi