di Gaetano Gorgoni
BARI – Romani, Schifani e lo stesso Berlusconi sono indispettiti dalla levata di scudi organizzata da Luigi Vitali, a mezzo stampa, per bloccare l’ingresso del sottosegretario Massimo Cassano nel partito. Il coordinatore regionale pugliese di Forza Italia ha costretto i vertici forzisti a congelare l’operazione per la terza volta ed è riuscito anche a far adirare Alfano col senatore barese, grazie alla fuga di notizie. I consiglieri regionali e i parlamentari in carica, ieri, hanno aperto il fuoco amico con delle proteste al vetriolo: unico consigliere regionale a non firmare i comunicati stampa pieni zeppi di critiche è stato Andrea Caroppo. Per i parlamentari forzisti l’ingresso di Cassano sarebbe un problema: diventerebbero cinque uscenti solo a Bari (i berlusconiani non hanno deputati o senatori in carica nelle altre province). Per Vitali il leader di Alleanza Popolare è un problema: potrebbe scippargli la posizione blindatissima di capolista nelle varie “postazioni pugliesi”.
Insomma, personalità troppo ingombranti potrebbero far scoppiare la rivolta: ci sono equilibri delicatissimi da rispettare. Eppure a Roma si sono messi in testa che Cassano deve tornare berlusconiano insieme a tutta la sua squadra: con un’operazione del genere, tenendo insieme tutti, in Puglia alle politiche i forzisti potrebbero arrivare a 12 parlamentari. Per ora tutto congelato. Nei prossimi giorni, però, potrebbero esserci sorprese. Intanto, a Bari i vertici regionali e tutti i coordinatori provinciali pugliesi di Alleanza Popolare hanno discusso della vicenda in una direzione pomeridiana: di concentreranno sul risultato delle amministrative, ma nessun niet a un eventuale ingresso in Forza Italia. Quello che è chiaro, però, è che tutti vogliono garanzie: non seguiranno il leader di A.P. a occhi chiusi, perché tra i berlusconiani è pieno di prime donne e la vita non è semplice.