CAMPI SALENTINA – Adesso che l’ospedale è sempre più svuotato e non c’è più nemmeno l’Imid, la città si è impoverita. Esisteva un centro di eccellenza guidato dal professor Mauro Minelli, che richiamava gente da fuori regione, adesso si rischia il “deserto sanitario”. Comincia a farsi sentire la protesta di qualche consigliere comunale di Campi, che chiede un “risarcimento” per la propria comunità. “In questi giorni l’ospedale di Campi Salentina è tornato prepotentemente alla ribalta, per la notizia della chiusura del PPI – spiega l’avvocata Serena Assenzio –
Inutile rimarcare come, nel corso degli ultimi 20 anni, l’ospedale abbia – con ogni evidenza – perso terreno.
A dispetto di ogni enunciazione di principio, tutti i piani di riordino predisposti da Fitto – Vendola – Emiliano, oltre a provocare uno smantellamento della sanità pubblica e sono clamorosamente falliti.
In particolare il nostro presidio, oggi con ancora più forza, si ripresenta anche per un altro ‘scippo’. Nardò, infatti, ha deciso di candidarsi come sede per l’istituzione di un centro avanzato per la ricerca e la cura delle malattie che colpiscono il territorio.
A mio avviso, si tratta di un attacco perpetrato nei confronti di una specifica realtà – quella di Campi Salentina – che ha visto nascere il centro per la cura delle malattie croniche e ambientali.
Di fronte ad accadimenti di questo tipo, la classe politica locale è completamente assente.
Il tutto avviene con una consapevole adesione di tutti i partiti, di tutti i consiglieri regionali, di tutta la deputazione parlamentare, e della nostra amministrazione comunale. Anzi, si ha l’impressione che si tratti di un mix di indifferenza e di compiacenza politica.
L’impoverimento dei servizi della sanità pubblica deve essere assolutamente fermato e dobbiamo cercare di tutelare il centro di medicina ambientale con tutte le nostre forze.
Emiliano applichi le sue parziali logiche politiche per altre circostanze e garantisca alla nostra comunità una specifica funzione che già recentemente aveva faticosamente conquistato e impropriamente perduto”.