RACALE (Lecce) – “Oggi con questa tavolata diamo un segnale di condivisione. Una piazza che diventa un luogo e un punto di ritrovo dove guardarsi e poter pensare che non si è numeri ma persone”. È con questo messaggio che il sindaco di Racale Donato Metallo ha dato il via al “pranzo a colori”, l’iniziativa che ha visto allestita in piazza San Sebastiano, nel Comune Salentino, una tavolata da 400 posti. Questo in risposta a quanto successo a Lodi, dove oltre 200 figli di stranieri sono rimasti fuori dal servizio mensa e scuolabus per un regolamento del sindaco Sara Casanova.
Intorno alla tavola imbandita, cittadini rappresentanti di associazioni e istituzioni, donne uomini e bambini di diversa nazionalità straniera residenti sul territorio. Il pranzo è stato preparato con pietanze preparate dagli stessi cittadini, coadiuvati dalle associazioni di volontariato e dalle imprese del territorio. Al centro lo spazio interamente dedicato ai bambini dove è stato intonato l’Inno d’Italia dal “Coro Mani Bianche” dell’Istituto comprensivo di Racale. Un’occasione insomma per sentirsi comunità, al di là della provenienza e del colore della pelle. Perché a Racale si vive così e lo si fa condividendo il cibo tutti insieme. “Vogliamo far capire – ha detto il sindaco salentino – che c’è un altro modo di vivere e stare al mondo”.
LE DICHIARAZIONI DEL COMITATO “POSSIBILE – RENATA FONTE”
L’iniziativa del “Pranzo a colori” sta suscitando l’entusiamo di tutte le associazioni che puntano sulla promozione di determinati valori. “Quella di oggi a Racale è un’esperienza che muove le gambe, gli occhi, e i cuori di molte e molti di noi – dichiarano i responsabili del Comitato “Possibile-Renata Fonte – Un gesto che di fatto è un antidoto alle politiche xenofobe che dilagano in Italia.
Un segnale forte che ha bisogno di essere alimentato con atti concreti, con l’abbattimento dei muri mentali e culturali, con la costruzione di ponti.
Per dar vita ad un percorso di integrazione ed inclusione a Racale – come a #Melissano e #Taviano – abbiamo voluto iniziare dalla cittadinanza. Per questo, dopo la bella esperienza di oggi, speriamo che la mozione sulla cittadinanza onoraria ai figli di immigrati stranieri residenti sia presa sul serio e portata in discussione nei Consigli comunali”.