F.Oli.
LECCE -Avrebbe dichiarato il falso per favorire un imputato accusato di violenza sessuale in un processo di primo grado. Davanti a una terna di giudici, al pm e dopo aver letto in aula il giuramento che impone a un teste di dire tutta la verità in suoi possesso. F.C., 35 anni di Lecce, però, avrebbe mentito e nonostante le sue dichiarazioni l’imputato, a ottobre, è stato comunque condannato.
Due vicende, dunque: un processo e una testimonianza che si intersecano nello stesso caso. E per ripercorrere quanto accaduto in aula il 3 ottobre scorso bisogna fare un salto nel tempo. Alla notte del 26 ottobre del 2013 quando si sarebbe verificato lo stupro in uno dei tanti locali che sorgono a Lecce, nelle immediate vicinanze di piazzetta Santa Chiara dove la vittima, una ragazza all’epoca 19enne, era stata invitata per fare da ragazza immagine.
Dopo la mezzanotte, a conclusione della festa, la giovane, in uno stato di semicoscienza a causa dei fumi dell’alcol, sarebbe stata accompagnata dal deejay in bagno e costretta a consumare un rapporto sessuale completo. Accompagnata in ospedale, dopo una notte travagliata, nelle ore immediatamente successive, la giovane ricordò quanto accaduto ore prima e decise di denunciare il presunto stupro in ospedale. Una immediata visita specialistica non rilevò segni tangibili sul corpo della ragazza ricollegabili ad una violenza.
Nel corso del processo è stato sentito F.C. Il teste riferì che, essendo presente all’interno del locale, aveva notato che l’imputato e una ragazza avevano passato tutta la notte insieme. Ricordò che i due erano andati in bagno insieme a metà serata negando in modo assoluto che ciò potesse essere accaduto a tarda ora. Inoltre, a suo dire, la ragazza ritornò nel locale camminando da sola e in buone condizioni di salute. Infine il teste aggiunse che solo a fine serata aveva notato che la ragazza era in uno pessimo statoi di salute perchè aveva bevuto fornendo così una versione dei fatti in favore dell’imputato comunque condannato a 5 anni e 6 mesi di reclusione.
Di recente F.C. è stato raggiunto da un avviso di chiusa inchiesta a firma del pm Giovanna Cannarile e nei prossimi 20 giorni, tramite l’avvocato Mariangela Calò, potrà chiedere di essere interrogato o produrre memorie difensive.