F.Oli.
LECCE – Un anno e 4 mesi di reclusione. Pena sospesa e non menzione. E’ questa la condanna inflitta a Claudio Delli Santi, ex direttore dell’Accademia di Belle arti di Lecce. La sentenza è stata emessa dal gup Edoardo D’Ambrosio al termine del giudizio che si è celebrato con il rito abbreviato e che consente uno sconto di un terzo sulla pena. Il giudice si è allineato alla richiesta del pm Roberta Licci e ha dichiarato l’imputato interdetto dai pubblici uffici per sei mesi. Delli Santi è stato condannato per abuso d’ufficio mentre l’accusa di falso è stata riqualificata in falsa attestazione su qualità personali (articolo 495 del cpp).
I fatti contestati risalgono al giugno 2014. Delli Santi, secondo l’accusa, avrebbe falsamente dichiarato in vista delle elezioni come direttore di aver ricoperto determinati presentando anche alcuni allegati ritenuti falsi: in particolare di aver partecipato ad uno spettacolo per dimostrare la propria esperienza come scenotecnico.
L’imputato avrebbe ostacolato volutamente una docente, candidata al ruolo di direttore, poi sospesa per dieci giorni a seguito di una discussione sull’opportunità o meno di riaprire l’Accademia per problemi igienici avvenuta all’esterno. Con questo provvedimento, la docente sarebbe stata estromessa dalla corsa alla carica di direttore. Inizialmente il pubblico ministero Angela Rotondano aveva chiesto l’archiviazione sostenendo che il direttore non fosse a conoscenza delle intenzioni della docente a candidarsi. Le molteplici dichiarazioni dei testimoni hanno invece fornito una verità differente.
La donna, assistita dagli avvocati Francesco Del Prete e Giandomenico Daniele, si era opposta alla richiesta di archiviazione. Opposizione accolta dal gip Carlo Cazzella che scriveva come “non corrispondeva al vero che la docente si fosse rivolta in maniera eccessivamente sgarbata e che si profilavano pertanto fondati sospetti su un disegno preordinato dal Delli Santi ad escludere un potenziale concorrente”. Da qui l’imputazione coatta a carico del direttore accolta dalla Procura sfociata in un processo a carico del direttore.
L’imputato, difeso dall’avvocato Luigi Covella, dovrà anche risarcire la docente che segnalò le presunte irregolarità e un secondo candidato al concorso, parti civili nel processo. In attesa del deposito delle motivazioni (previste nei prossimi 90 giorni), la sentenza lascia intendere come il gup abbia condiviso integralmente l’impostazione accusatoria e le argomentazioni delle parti lese in attesa di un più che probabile ricorso in Appello della difesa dell’ex Direttore.