F.Oli.
CASARANO (Lecce) – Nuovi interrogatori per il neo “pentito” Tommaso Montedoro. Dui recente, il 41enne di Casarano è stato sentito dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Lecce insieme al procuratore aggiunto della Dda Guglielmo Cataldi nell’ambito della collaborazione iniziata a luglio scorso. In particolare nell’ultimo incontro, avvenuto solo pochi giorni fa, il faccia a faccia con investigatori e inquirenti sarebbe servito per chiedere alcuni chiarimenti e precisazioni alle dichiarazioni che Montedoro ha fornito in questi mesi. Da quel che si sa non sarebbero stati affrontati fatti o retroscena inediti.
Volgono, dunque, al termine i sei mesi che lo Stato ha concesso a Montedoro per dire tutto, per parlare senza zone d’ombra, senza amnesie, senza lacune e completare il proprio “apprendistato” come collaboratore di giustizia. Scaduti i sei mesi per riassumere tutti i punti, ovviamente in estrema sintesi, la Dda di Lecce dovrà valutare la genuinità e l’utilità delle dichiarazioni fornite da Montedoro per poi inoltrare al Servizio Centrale la richiesta di programma definitivo di protezione in particolare per i familiari del 41enne. Non si può escludere, però, che scaduti i sei mesi Montedoro possa continuare a parlare.
In questi mesi, dagli atti sdoganati dagli inquirenti (al lavoro oltre all’aggiunto Cataldi anche il sostituto Massimiliano Carducci), Montedoro ha parlato di fatti legati all’operazione “Diarchia” (per giovedì prossimo è prevista la requisitoria) ma anche di altre vicende. Ha ripercorso la gestione degli affari illeciti e dei fatti di sangue della zona di Casarano precisando di non aver mai fatto parte della Sacra Corona Unita. Ha parlato anche dell’omicidio del suo ex compagno di scorribande, Augustino Potenza, (ammazzato a colpi di kalashnikov nel parcheggio di un centro commerciale di Casarano il 26 ottobre del 2016) negando di aver mai avuto alcuna responsabilità, addossando le colpe su lvan Caraccio e Andrea Toma. Montedoro ha ammesso di aver partecipato a un altro omicidio, quello di Rosario De Salve, il macellaio di Matino ucciso l’11 marzo del 1998, e su altri fatti di sangue quando era considerato il luogotenente di Vito Di Emidio.
Ha invece negato di aver mai ordinato il tentato omicidio di Luigi Spennato, il 41enne gravemente ferito a colpi di kalashnikov il 28 novembre, riferendo che gli esecutori materiali dell’agguato sarebbero stati Andrea Del Genio, Giuseppe Moscara e Ivan Caraccio. Montedoro ha invece confermato di aver ordinato di eliminare proprio quest’ultimo, ritenuto inaffidabile perchè solito a fare uso di stupefacenti e sostanze alcoliche.
Il neo pentito ha poi parlato della sua organizzazione che incentrava gli affari con la droga senza mai ricorrere alle estorsioni fruttando un volume d’affari di circa 300mila euro mentre ha spiegato di non aver mai avuto rapporti diretti con la politica casaranese ammettendo, però, di essere stato avvicinato nel 2012 in occasione delle Comunali da alcuni soggetti per sostenere una determinata candidatura.
Montedoro ha anche parlato di presunti rapporti intrattenuti con Piero De Lorenzis, uno dei noti imprenditori di Racale, al quale il neo pentito avrebbe chiesto un prestito di 50mila euro per una partita di droga. Nei verbali della collaborazione, infine, compaiono anche presunti contatti con il sindaco di Carmiano, Giancarlo Mazzotta, per concordare la realizzazione di un centro commerciale in cambio del proprio sostegno nella campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio di amministrazione della Bcc Terra d’Otranto. Dichiarazioni quest’ultime respinte con fermezza più e più volte dal sindaco di Carmiano.