di F.Oli.
LECCE – Ritorno al gelo in Tribunale. E divampa la polemica. Avvocati sul piede di guerra mentre il Presidente della Corte d’appello, Roberto Tanisi, smorza i toni e predica pazienza: “A breve i lavori dovrebbero concludersi”. E quel dovrebbero che lascia ancora tutti perplessi. Tanto che, nei giorni scorsi, a cavallo con la giornata di neve, il Presidente dell’Ordine degli avvocati Roberta Altavilla insieme al consigliere segretario Vincenzo Caprioli ha preso carta e penna per segnalare i disagi a causa del mancato funzionamento dell’impianto di riscaldamento. Destinatario, proprio, il Presidente della Corte d’appello: “A causa dell’aggravarsi delle condizioni meteorologiche è ormai troppo gravosa l’attività degli avvocati, del magistrati e del personale oltre che la permanenza dell’utenza nelle aule e nei corridoi divenuti ormai freddissimi”. Non sfugge che si tratti di una emergenza e tuttavia le legittime proteste sono moltissime ed obiettivamente la situazione è inaccettabile e merita rimedi straordinari”. La lettera si conclude: “Le chiediamo dunque di farci conoscere quali siano i tempi strettamente necessari al ripristino degli impianti e di porre in essere le opportune iniziative a tutela della salute e della dignità di tutti gli operatori del settore e dei cittadini. Anche eventualmente differendo le udienze fino alla ultimazione dei lavori”.
“Sospendere le udienze per questo problema, onestamente, non me la sento. Rinviare i processi vorrebbe dire dare un servizio peggiore”, taglia corto il Presidente della Corte d’appello interpellato telefonicamente dal CorriereSalentino. “Stiamo facendo di tutto per consentire il funzionamento. Mi rendo conto del disagio. Il problema è stato posto dallo scorso anno. I lavori sono iniziati ad ottobre ma ci sono stati ripetuti rinvii. Quando si fanno opere pubbliche gli intoppi bisogna tenerli in debito conto. I lavori, per contratto, dovrebbero concludersi il 15 gennaio e, almeno in parte, dovrebbe esserci il collaudo. So le doglianze che arrivano da tutte le parti. I climatizzatori (tranne nella Corte d’appello) sono funzionanti e negli uffici non si sta benissimo ma neppure così male. Si può lavorare”. I disagi, però, permangono nei corridoi. “Si può attendere in alcune aule anche perché in questi giorni non ci sono molte udienze”, precisa il Presidente “ed eventualmente metteremo a disposizione la biblioteca”.
Molti avvocati, però, oggi erano intirizziti e arrabbiati. Arrabbiati perchè non si può lavorare in condizioni simili. E il coro è unanime. “Io mi sono dovuto cautelare con guanti, cappotto e sciarpa che ho tenuto anche dentro”, sbotta l’avvocato Carlo Gervasi. “Fa molto freddo. Gli ambienti sono gelidi. Non è umano lavorare in queste condizioni. Chi dice che dobbiamo adeguarci dico che ci porteremo il braciere da casa”, è la chiosa finale. “Si ghiaccia, fa più freddo dentro che fuori”, è il commento dell’avvocato Marzo Pezzuto. “Anche nelle stanze a parte qualcuno si è attrezzato con le stufette elettriche. Per scaldarsi devi andare fuori perchè almeno c’è il sole. In diversi uffici della Corte d’appello la situazione è insostenibile. Gli ambienti sono inagibili per il freddo. Non si dovrebbe neppure accedere”. Dello stesso tenore le dichiarazioni di Giampiero Tramacere, componente della Giunta della Camera penale: “Nei corridoi si gela e i testimoni che rimangono dalla mattina fino alla sera tardi non credo che rappresenti un servizio da stato civile”. Anche un ausiliario di cancelleria che preferisce rimanere in anonimo evidenzia i disagi di questa situazione: “Stiamo congelando. Siamo tutti infreddoliti. Quando ci si muove nei corridoi, fa freddo. Molto freddo. In mancanza del riscaldamento siamo alle pezze”.
Rimane ancora un interrogativo. Se l’emergenza dovesse proseguire quali provvedimenti verranno adottati? Al riguardo il Presidente della Corte d’appello non esclude alcuna ipotesi. “A quel punto, ragioneremo sul da farsi. E se sarà opportuno fermarsi, ci fermeremo”. Insomma il rischio è che la giustizia a Lecce possa rimanere “di ghiaccio”.