PUGLIA – A Lecce e in tutta la regione, per tutta la mattinata, si sono susseguite le cerimonie di commemorazione della Liberazione. È una giornata simbolo dell’unità d’Italia e della resistenza contro le forze fasciste nel secolo che travolse col sangue e la violenza il continente europeo. Quella storia ancora oggi è un monito: meglio una democrazia con tanti problemi di corruzione rispetto alle dittature dei generali, alle bastonature delle squadre fasciste, all’avventurismo guerrafondaio e alla perdita di libertà. Nonostante la sfiducia di troppi cittadini nella politica, consolidata da scandali e voto di scambio, la democrazia è ancora oggi l’unico antidoto all’involuzione autoritaria, dove gli umori di un capo assoluto governano le masse. Intanto a Nardò esplodono le polemiche da parte dell’opposizione per l’assenza del sindaco alle celebrazioni per il terzo anno consecutivo. Pippi Mellone ha un passato di militanza nelle file giovanili del Movimento Sociale Italiano: in sua vece oggi a Nardò c’era il vicesindaco.
IL DISCORSO DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE PUGLIA
“É sempre necessario ricordare il 25 Aprile, il giorno in cui l’Italia è stata liberata dalla dittatura e dall’occupazione nazifascista.
Questa giornata è sempre fonte di polemiche, ma in realtà è la giornata nella quale la Repubblica, la Costituzione repubblicana, la nostra comunità viene fondata dalle ceneri della vergogna del fascismo e di una guerra assurda e si avvia verso la democrazia e la libertà.
E questo deve unirci non dividerci. Capisco che dopo tanta sofferenza queste divisioni dopo 74 anni ancora resistono, ma il mio appello è veramente a tutti gli italiani, a tutti quelli che amano questo Paese, di smettere di pensare alla storia come una partita di calcio infinita dove c’è sempre una squadra da sostenere ad ogni costo. Non è un gioco, è una cosa molto più seria e grave.
Quello che a noi serve é concepire insieme il futuro di questo Paese e non si arriva al futuro senza democrazia, senza libertà e senza amore per l’umanità in genere. Perché quello che noi festeggiamo con il 25 aprile é anche la fine della guerra.
Noi italiani avevamo aggredito mezzo mondo per sogni di conquista. Una cosa che rimane scritta sui libri e che costituisce ancora per l’Italia un gravissimo problema nelle relazioni internazionali, perché siamo una delle Nazioni che dopo avere attaccato tutte le altre ha perso la guerra e questa cosa non può essere cambiata, ma ci deve far riflettere per il futuro. Il 25 aprile è l’unico giorno che ci ha dato il riscatto dagli errori compiuti in quei vent’anni così tragici”.
Lo ha detto Michele Emiliano intervenendo oggi al Sacrario militare di Bari alle Celebrazioni per il 25 Aprile.
Emiliano ha poi partecipato in piazza Prefettura alla deposizione della corona in memoria dei partigiani caduti.
Michele Emiliano sottoscriverà con il Coordinamento Antifascista Pugliese il 2 maggio alle ore 12 presso il Palazzo ex Poste dell’Università di Bari, il protocollo d’intesa per l’istituzione dell’Osservatorio pugliese sui neofascismi.
Lo ha annunciato oggi a Bari a margine delle celebrazioni per il 74° anniversario della Liberazione dal nazifascismo.
“Il fascismo é considerato dalla Costituzione un elemento deteriore del nostro Paese e quindi un fenomeno da combattere in ogni condizione e in ogni forma – ha spiegato Emiliano ai giornalisti – E quindi è giusto che ci sia un osservatorio regionale contro il fascismo”.
Si tratta di una iniziativa importante in termini non solo di memoria e di educazione ai valori costituzionali, ma anche di necessario monitoraggio sul fenomeno del neofascismo che necessita della massima attenzione da parte delle istituzioni. Per questo l’Osservatorio che sarà istituito si avvarrà di personalità prestigiose, nel campo degli studi e della cultura, e sarà aperto a tutte le associazioni che rappresentano la memoria storica dell’antifascismo e della Resistenza che vorranno aderire.
La Giunta regionale ha approvato lo scorso 18 aprile un protocollo d’intesa tra la Regione Puglia e il Coordinamento Antifascista Pugliese di cui fanno parte Anpi, Cgil, Arci, Unione degli studenti, Libera, Rete della conoscenza, Act.
Il protocollo prevede che, al fine di contrastare ogni manifestazione di apologia del fascismo, nonché di propaganda e di discriminazione razziale, sia istituito presso la Presidenza della Regione Puglia l’Osservatorio regionale sui neofascismi, avvalendosi della collaborazione del Coordinamento Antifascista Regionale e delle sue articolazioni nel territorio pugliese.
I componenti dell’Osservatorio, nominati con decreto del Presidente della Regione fra personalità dell’associazionismo, della cultura e della società civile di comprovate convinzioni antifasciste, durano in carica cinque anni, eleggono al loro interno un coordinatore e svolgono il loro incarico a titolo gratuito.
Il Coordinamento antifascista regionale e le organizzazioni che lo compongono, si impegnano a contribuire al costante monitoraggio, su tutto il territorio regionale, degli episodi, delle iniziative, delle attività di singoli o di gruppi organizzati che rivelino ispirazione e caratteri fascisti, razzisti, xenofobi, fornendone adeguata documentazione all’Osservatorio regionale sui neofascismi, che provvederà, con cadenza annuale, a renderne conto in un rapporto cui andrà assicurata la massima pubblicità.
L’Osservatorio regionale sui neofascismi avrà cura di sollecitare le istituzioni locali – Comuni, Province, Città Metropolitana – a prestare la dovuta attenzione ai fenomeni fascisti e razzisti che dovessero verificarsi nei rispettivi territori, e a predisporre adeguate misure per prevenire e contrastare la diffusione di tali fenomeni, anche attraverso l’adozione di regolamenti che riguardino l’utilizzazione di spazi pubblici.
Nei casi di procedimenti penali intentati in Puglia a carico di quanti incorressero nei reati di apologia di fascismo, di istigazione all’odio razziale, di incitamento alla violenza e alla discriminazione per motivi di razza, di religione, di genere, di orientamento sessuale, nonché per ogni atto riconducibile alla ideologia fascista, la Regione valuterà la sussistenza dei presupposti perché possa costituirsi parte civile, a fronte di segnalazioni provenienti dall’Osservatorio, dal Coordinamento antifascista, da altre associazioni, da Comuni e Province, dai singoli cittadini.
La Regione promuove e sostiene attraverso i suoi strumenti istituzionali e congiuntamente all’Osservatorio un programma annuale di iniziative rivolte in particolare ai giovani e finalizzate a diffondere la conoscenza storica del fascismo e dei suoi crimini, a educare ai valori di libertà, democrazia, uguaglianza e solidarietà che sono alla base della Costituzione, a fornire gli strumenti utili al riconoscimento delle attività dei movimenti che minacciano la Costituzione e i suoi valori, quale indispensabile premessa per esercitare una consapevole opposizione contro le nuove forme di fascismo.
La Regione ha nel primo articolo del suo Statuto la previsione che l’istituzione sia “fondata sul rispetto della dignità, dei diritti, delle libertà della persona umana e sui valori che hanno informato quanti si sono battuti per la Liberazione e per la riconquista della democrazia nel nostro Paese”.
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