LECCE – Federbalneari ha invitato tutti i candidati sindaco per spiegare gli effetti del Piano Comunale della Costa (uno strumento di assetto, gestione, controllo e monitoraggio del territorio costiero comunale), partendo dai fatti testimoniati attraverso delle foto dettagliate. Mauro Della Valle lancia alla politica, senza distinzioni di colori politici, il suo appello per salvare la costa leccese. Lecce è una città di mare, ma spesso la politica se lo dimentica. I candidati ricevono in regalo il giubbotto di salvataggio: un gesto simbolico che ha l’obiettivo di aprire un dialogo. Salvemini e Fiorella non si presentano, con la sinistra il dialogo non sembra esserci. San Cataldo non è ben collegato alla città, non ci sono piste ciclabili continue: in questi anni si sono fatti passi indietro. A questo si aggiunge il colpo ai lidi privati che si rischia di assestare con il nuovo Piano Comunale delle Coste. Si prevede la chiusura di una serie di attività senza capire se ci saranno i soldi per tenere pulita una costa che nella parte libera è spesso in stato di abbandono. Come si fa senza l’aiuto economico dei privati, che spesso rappresentano un presidio che garantisce servizi, pulizia e guardiania?
Le spiagge libere con servizi devono essere attrezzate dai Comuni, che dovrebbero avere i soldi per garantire tutti i servizi e la vigilanza, ma ad oggi non sono nemmeno state individuate queste enormi aree, che col nuovo piano si allargano. Ci sono vari interessi in ballo: sviluppo settore turistico, godimento del bene, protezione dell’ambiente e recupero dei tratti di Coste che versano in stato di degrado o di instabilità morfologica. La linea di costa è minacciata sempre di più dall’erosione costiera: Federbalneari partecipa al Tavolo regionale per fronteggiare l’emergenza erosione. Nel piano Comunale molti lidi scompaiono e alcune fasce destinate alla posa di ombrelloni e sdraio sono previste oggi per buona parte in acqua. Lido Turrisi e tanti altri sarebbero fuori gioco. I nuovi lidi previsti hanno spesso spazi limitatissimi e una capienza massima di 30 ambrelloni. “Piccoli tratti, poco profondi sono antieconomici per un imprenditore che debba pagare stipendi, soprattutto per la sicurezza” -tuona il presidente di Federbalneari. “Viene eliminata con un colpo di spugna anche un’azienda storica come lido Turrisi – avvisa il presidente Mauro Della Valle – La legge impone un massimo del 60 per cento di spiaggia libera e 40 di lidi in gestione. L’amministrazione Salvemini riduce quel 40 % quasi del 20 %”.
“L’ubicazione e l’ampiezza di molte aree concedibili individuate come stabilimenti balneari sono di modestissima ampiezza, poco attrattive e con un’attività gestionale e logistica troppo complessa in considerazione del fatto che i manufatti effettivamente realizzabili saranno minimo e sostanzialmente posizionati in battigia con tutti i rischi ambientali e per la sicurezza degli operatori che ne concorrono”.
La richiesta di Federbalneari è di modificare un piano di questo tipo, dialogare, lavorare con tutti per non penalizzare l’economia dei balneari salentini. Un Comune in crisi, tra l’altro, difficilmente riuscirà a garantire la pulizia e l’efficienza delle spiagge libere, visto quello che succede oggi in molti di quei tratti di costa (soprattutto a Frigole, dove chilometri di spiaggia sono in stato di abbandono). Baglivo critica il piano Coste di Salvemini e spiega che lui avrebbe preferito un’effettiva partecipazione. Congedo sottolinea il fatto che la fotografia fatta nel 2011 dalla Regione Puglia oggi è superata. Inoltre, secondo il candidato sindaco del centrodestra, c’è un “pregiudizio ideologico di Salvemini” che invece di vedere l’imprenditore privato come una sentinella e un presidio del territorio lo vede come un problema. Il piano, per tutt’e tre i candidati, è da rivedere, anche perché si basa su parametri completamente superati: si individuano zone per costruire lidi che di fatto sono inutilizzabili o completamente sommerse dall’acqua. Per Adriana Poli Bortone tutto è figlio di un “pasticcio normativo” in cui le varie norme si amalgamano male: “L’amministrazione locale ha fatto un piano di rientro che blocca l’attività amministrativa per 15 anni. L’allargamento della spiaggia libera ai danni del privato è una scelta ideologica”. Insomma, come si garantisce la pulizia e la manutenzione delle spiagge libere con servizi in una situazione di predissesto? Salvemini non è venuto a spiegare. Bisogna chiedere al commissario di bloccare l’approvazione del Piano Comunale delle Coste, per lasciare a un organo politico la possibilità di avviare il dialogo con cittadini e operatori in modo tale da rimodulare tutto”. Della Valle ha costruito un documento dettagliato e ricco di foto, con diversi legali, per chiedere di frenare questo piano.
IL PUNTO DI VISTA DI CARLO SALVEMINI SUL PIANO COSTE GIÀ PRESENTATO GIORNI FA
I numeri del Piano delle Coste e le risposte del candidato sindaco di centrosinistra:
“Muovendo dalla situazione attuale, che vede la presenza sulla costa di 27 stabilimenti balneari e di due chioschi (di cui uno sotto sequestro da parte della magistratura), il Piano delle Coste prevederà a regime 51 concessioni: 17 stabilimenti balneari, 21 nuove spiagge libere con servizi, 13 chioschi collocati in zone di rilevanza naturalistica e storica. Previste inoltre 4 strutture sportive e 2 per giochi acquatici, 9 corridoi di lancio per Kitesurf e Vela, 1 centro tartarughe a Rauccio.
La riduzione degli stabilimenti balneari è dettata dall’applicazione del contesto normativo e dai pareri espressi dagli enti sovraordinati alla proposta di Piano della giunta Perrone, che fu sostanzialmente bocciato. La costa leccese nei prossimi anni dovrà gradualmente tendere verso un rientro nella norma. Il Piano, infatti, prevede un tempo medio di dismissione degli stabilimenti posti in zone a grave erosione, nel corso del quale sarà costante il monitoraggio della costa, o nei pressi di contesti naturalistici di pregio e di adeguamento delle strutture in cemento armato in strutture leggere, che avranno la possibilità di restare in funzione per tutto l’anno grazie a un accordo già sottoscritto dall’amministrazione Salvemini con la Soprintendenza. Numerose le nuove opportunità offerte soprattutto a giovani imprenditori, che nei prossimi anni potranno concorrere, attraverso procedure di evidenza pubblica, alla realizzazione e gestione dei chioschi, delle servizi sulle spiagge libere attrezzate, delle strutture per gli sport acquatici (già oggi praticati sulla costa leccese in assenza di strutture in concessione).
Una governance condivisa della costa
Con il Piano Coste l’amministrazione Salvemini ha inteso disegnare un nuovo modello di governance della costa, condiviso tra istituzioni e imprenditori balneari. Questi ultimi saranno inclusi appieno nel processo di monitoraggio dell’erosione costiera: gli stabilimenti balneari che si trovano in aree a media criticità̀ potranno infatti mantenere le proprie attività, condividendo con l’amministrazione rilevamenti periodici del fenomeno erosivo. Inoltre, grazie ad un Accordo, condiviso in fase di redazione del Piano con la Soprintendenza, il Piano propone un abaco di tipologie di attrezzature balneari che, a determinate condizioni, potranno mantenere i loro manufatti anche durante la stagione invernale, dotandosi di un piano di attività̀ legato alla promozione del territorio. Inoltre il Piano prevede la individuazione di nuove porzioni di litorale, oggi esclusedal demanio per l’erosione costiera, per ampliare l’offertadi spiaggia concedibile, in collaborazione con Regione e Capitaneria di Porto.
Le paure e la realtà
In conferenza stampa Salvemini ha smentito alcune “fakenews” relative alle conseguenze dell’approvazione del Piano. Le discussioni social, e non solo, rivelano infatti una conoscenza approssimativa dell’impostazione del Piano e sul suo impatto con le attività esistenti.
“Se vince Salvemini gli stabilimenti balneari sulle marine questa estate chiuderanno”
Falso: il Piano Comunale delle Coste ha un procedimento scandito dalla legge che, tra adozione in Giunta, presentazione nei 60 giorni successivi delle osservazioni, approvazione del Consiglio comunale, trasmissione agli Enti sovraordinati per i pareri previsti, non potrà introdurre le prime novità prima di due anni. Nell’ambito dell’applicazione del Piano, l’amministrazione dovrà poi confrontarsi con i balneari sulla proroga delle concessioni, intervenuta dopo la presa d’atto in giunta dell’attuale proposta di Piano.
“Il Piano è tutto già deciso, non c’è spazio per il confronto”
Falso: il Piano Comunale delle Coste, dopo essere adottato con delibera di Giunta, consente a tutti – balneari inclusi –nella fase delle Osservazioni nei successivi 60 giorni, di suggerire correzioni, di proporre migliorie a tutela di eventuali interessi lesi. Un iter che garantirà confronto, contraddittorio, dialogo.
“Il Piano delle Coste di Salvemini è ideologico”
Falso: il Piano coste opera delle scelte su base di norme di legge che ogni amministratore è tenuto ad osservare. Chi le considera sbagliate, rigide, anacronistiche non può che incaricarsi di proporre modifiche alla Legge Regionale. Fino a questo momento non sono state presentate proposte di modifica in Consiglio regionale, come Erio Congedo – consigliere regionale dal 2000 e attualmente in carica – può confermare”.
AGGIORNAMENTO
PIANO COSTE – CONGEDO: “PIANO LACUNOSO, IMPOSSIBILE DA CORREGGERE. IL COMMISSARIO VALUTI LA POSSIBILITÀ DI CONGELARNE L’ITER”
Il piano delle coste è lo strumento di pianificazione integrato che deve elaborare la visione complessiva dell’assetto e dello sviluppo dell’intero litorale, ricercando il delicato punto di equilibrio tra tutela naturalistica e insediamenti balneari. Quello predisposto dalla passata amministrazione, e che potrebbe essere licenziato a breve dal Commissario, presenta a mio avviso gravi lacune, sia sul piano dell’impostazione che dal punto di vista tecnico.
Tanto per cominciare il piano attuale va molto oltre le percentuali previste dal piano regionale, tra stabilimenti balneari e spiagge libere, con e senza servizi. Il piano regionale prevede che il 40% delle spiagge sia concessa agli stabilimenti balneari, mentre il piano Salvemini si ferma al 18%. Una penalizzazione incomprensibile di quei soggetti privati che dovrebbero essere considerati alleati per la valorizzazione e la tutela delle coste, e non degli avversari.
Manca poi un tassello fondamentale dell’assetto del nostro patrimonio costiero, il piano del parco di Rauccio, di cui esiste solo una bozza predisposta dall’amministrazione Perrone, oggetto di semplice presa d’atto da parte di Salvemini ma mai adottata. Senza quel piano anche i pareri espressi dagli uffici preposti non possono che risultare privi della necessaria visione strategica.
Non è, infine, indicata la copertura finanziaria per gli interventi previsti connessi con le spiagge libere. L’impressione è che sia stato elaborato in stretta correlazione con il progetto di rigenerazione sottoposto al bando di finanziamento regionale. Progetto che però non ha avuto accesso ad alcun finanziamento, essendosi classificato solo 44esimo in graduatoria.
Quanto evidenziato rende impossibile una correzione in corso d’opera del piano attuale. Sarebbe il caso, a mio avviso, che il Commissario del Comune di Lecce valutasse la possibilità di congelarne l’iter, prima di completare la fase di VAS, demandando la prosecuzione alla nuova amministrazione, politica, che si insedierà dopo le elezioni. L’impegno che personalmente assumo con la cittadinanza è quello di riscrivere per intero il piano delle coste, procedendo parallelamente ad adottare anche quello per il parco di Rauccio, a partire dall’indispensabile consultazione di tutte le categorie coinvolte. Considero questa fase partecipativa un obbligo, prima di tutto morale, che la passata amministrazione ha totalmente omesso di adempiere.