CASARANO – Il 28 gennaio 2019 un salentino è stato colpito da “crisi epilettica generalizzata con iposfissia cerebrale” ed è stato ricoverato prima nel Reparto di Rianimazione dell’Ospedale di Gallipoli e poi trasferito alla Rianimazione dell’Ospedale di Casarano. Dopo essere stato salvato dai medici, ha voluto scrivere una lettera di ringraziamento: è importante mettere in luce le tante storie positive della sanità salentina.
“Il mio percorso ospedaliero non è stato indolore, non solo perché la mia vita era legata a un filo invisibile, ma per tutte le traversie e incomprensioni che quotidianamente i miei familiari hanno dovuto subire da parte del personale medico convinto delle proprie tesi e poco incline al dialogo con i miei familiari, peraltro qualificati – spiega l’uomo, che ha scritto una lettera al Tribunale dei Diritti del Malato per ringraziare ed elogiare chi lo ha salvato – Però dopo tante amarezze sono giunto alla Casa di Cura Villa Verde di Lecce come il caso più disperato del momento.
Ero morto e mi hanno risuscitato grazie alle cure, alla professionalità, alle competenze multidisciplinari di questa Casa di Cura dove si sono fatti carico di me con grande umanità, rispetto e dialogo costante con i miei familiari.
Oggi 16 luglio, sono tornato a casa mia e ho voluto salutare tutti gli operatori di Villa Verde con una lettera che qui allego a Voi del TDM perché possiate rendere noto”.
“Sarà impossibile dimenticare la mia drammatica esperienza, ma ciò mi consentirà di avere vivo il ricordo di ognuno di voi – scrive nella sua lettera l’uomo – Impossibile elencarvi tutti, sono certo che farei torto a qualcuno per qualche innocente dimenticanza.
Per questo con un abbraccio universale mi rivolgo allo straordinario Staff Medico tutto, a Pasquale e Tommaso Verrienti che, prima ancora che stimati professionisti, si sono rivelate persone straordinarie che continuano a dare vita a questo Centro di eccellenza e se ne occupano con scrupolosa cura, alla mia logopedista Francesca il mio Angelo Custode, al mio Fisioterapista Agostino e a coloro che in sua assenza mi hanno seguito con cura e attenzione, alla Psicologa che mi ha aiutato a superare le mie tante fragilità e infine, non perché ultimi, agli operatori tutti che con pazienza hanno alleviato le mie sofferenze ma, soprattutto anche le mie stravaganze”.
“E’ pervenuta a questo TDM la segnalazione di questo paziente che ci ha colpiti per la sua esperienza positiva vissuta nella Casa di Cura “Villa Verde” di Lecce, pur nella sua drammatica vicenda – spiega la dirigente di Cittadinanza Attiva, Anna Maria De Filippi –
Riteniamo che, compito del Tribunale per i diritti del malato non sia soltanto mettere in evidenza le criticità e le disfunzioni della sanità pubblica e di quella privata accreditata al fine di migliorarne i servizi, ma anche e soprattutto di dare merito al merito a chi sa gestire una Sanità a dimensione dell’uomo sofferente.
In questo caso il paziente ha scritto un commovente commiato dalla struttura “Villa Verde” di Lecce dov’è stato ricoverato, riconoscendo l’Umanizzazione del luogo di cura e le Buone Pratiche applicate nella Sanità, due requisiti fondamentali per chiunque si trovi in una situazione di rischio per la sua salute.
Ogni essere umano che a causa del suo stato di salute si trovi in una condizione momentanea o permanente di debolezza, ha diritto all’assistenza di cui ha bisogno, se si aggiunge anche il necessario e indispensabile ingrediente dell’umanizzazione, possiamo dire che la sanità funziona meglio”.