SURBO – Dopo l’appello di Martina Gentile al commissario, anche Gianluca Scozzi, “in qualità di e cittadino e di responsabile di Sentire Civico del Comune” si dice preoccupato per la realizzazione del nuovo impianto di Metapulia. “Se domani nella conferenza dei servizi, auspicandosi la presenza della commissione, dovesse essere espresso parere positivo ci sarebbe un ulteriore impianto inquinante per Surbo – attacca l’attivista – Considerato che ormai la cittadina è circondata da discariche abusive, abbandonate e altri impianti”. Le discariche a cui si riferisce Scozzi sono quella di D’Aurio, ormai dismessa, abbandonata nel degrado più assoluto, con amianto all’interno e la guaina bruciata, ma anche una discarica abusiva nelle vicinanze a quella della ex SASPI.
Ma in responsabili di MetApulia replicano che l’impianto sarà sicuro, ben monitorato e senza alcun impatto odorigeno. Si tratta di un impianto capace di raccogliere e trasformare anche gli scarti da cucina (FORSU 55.000 tonnellate/anno, verde 10.000 tonnellate/anno) che nelle intenzioni dei promotori sarebbe dovuto sorgere nella zona ASI, che si estende tra Lecce e Surbo. Il problema delle distanze e della zona vicina all’abitato ha affondato e il primo tentativo autorizzatorio. Le leggi regionali, infatti, prevedono che un impianto di compostaggio debba essere localizzato a non meno di 2000 metri dalla periferia di centri abitati e ad almeno 2500 metri dei siti sensibili (scuole, asili ospedali e altro).
La posizione del secondo progetto, pur essendo nella zona ASI di LECCE-Surbo, e più defilata, ma anche qui la distanza non è di 2 chilometri (è di circa 1,3 km). Per questo impianto privato è pronto un investimento di 25 milioni di euro: è prevista l’assunzione di almeno 15 unità impiagate in maniera stabile. La legge prevede delle deroghe alla distanza di due chilometri se si impiegano tutta una serie di tecnologie per monitorare impatto odorigeno e altro. Con l’Unisalento sono stati fatti degli studi che garantiscono un monitoraggio impeccabile e che dovrebbero tutelare la cittadinanza coinvolgendola nella sorveglianza.
Un’altra problematica messa in luce in un nostro precedente servizio riguarda una strana depressione presente all’interno del sito del progetto. Questa depressione, estesa per circa un migliaio di metri quadri e profonda tra i tre e i 5 metri, è satura di vegetazione rigogliosa e perenne. Questa macchia verde presenta caratteristiche morfologiche molto simili a quelle delle doline che contengono degli inghiottitoi carsici: quindi, potrebbe determinare un nuovo stop al progetto. Nella relazione geologica del progetto non si fa accenno a questa depressione. Però è un fattore escludente (ai sensi della legge regionale 33/2009) la presenza di “aree o siti nei quali lo sviluppo di forme di carsismo superficiale e/o profondo è tale da comportare, anche indirettamente, squilibri per le strutture afferenti gli impianti”.
La società MetApulia spiega che l’impianto di digestione anaerobica rappresenterebbe la chiusura naturale del ciclo dei rifiuti, producendo biometano e compost di qualità, senza generare alcuna emissione o impatto sulla salute dei cittadini e sull’ambiente, ma alcuni cittadini di Surbo sono preoccupati e domani sarà il giorno in cui scoprire tutte le carte.