SALENTO – “Non si può parlare di rigenerazione del paesaggio nelle zone colpite dal disseccamento pensando solo al reimpianto. Occorre un approccio globale che tenga conto di diversi aspetti, altrimenti si corre il rischio di fare un buco nell’acqua senza sortire alcun effetto su un territorio dove è forte il disagio socio-economico e paesaggistico-ambientale”. Lo dichiara il consigliere del Movimento 5 Stelle Cristian Casili.
“Il ministro Lezzi con un grande lavoro che le va riconosciuto, ha permesso uno stanziamento importante di 300 milioni di euro. Fondi Cipe, che, si spera, il ministro all’Agricoltura Bellanova possa utilizzare al meglio nella nostra provincia, dove c’è la necessità di riabilitare l’economia legata a un settore strategico produttivo come quello olivicolo, ma allo stesso tempo l’obbligo di migliorare la qualità paesaggistica e ambientale dei luoghi devastati dal disseccamento degli ulivi.
E qui – spiega il consigliere regionale – occorre fare un po’ di chiarezza, perché nell’attuale dibattito politico c’è un evidente approccio parziale al problema, che tiene conto solo del reimpianto, senza considerare le limitazioni agronomiche, ambientali e sociali. Qualcuno si è posto la domanda di quanti ettari olivetati dei 97 mila presenti nella sola provincia di Lecce, quella più colpita, possono essere oggetto di reimpianto? La risposta – ironizza il pentastellato – è abbastanza scontata se si analizzano con attenzione i fattori strutturali di contesto: dai “campi chiusi” della dorsale delle serre salentine ai “campi aperti” delle zone alluvionali della parte jonica”.
Casili chiede che vengano analizzate le diverse tipologie di suolo con particolare riferimento a quelli macchiosi e litoidi (roccia affiorante) e che si tenga conto della presenza o meno di fonte irrigua,che costituiscono fattori limitanti non superabili.
“Questi sono solo alcuni degli aspetti che riguardano un vero e proprio progetto di territorio – continua il pentastellato – senza il quale il rischio è quello di sprecare risorse pubbliche senza alcuna positiva ricaduta sulle questioni di settore e su quelle ambientali. Pertanto quando si parla di rigenerazione del paesaggio occorre tenere bene in mente le questioni aperte e noi siamo disponibili a contribuire a individuare opportune politiche e strategie d’intervento al fine di definire operativamente un progetto di ricostruzione sociale del paesaggio rurale delle aree devastate dal disseccamento.
Auspichiamo che il Ministero delle Politiche Agricole sappia orientare l’azione del reimpianto su aree valutate e pianificate a questo scopo con un approccio integrato per raggiungere concreti obiettivi di riabilitazione di un territorio che ha perso la sua reputazione e la sua identità. Per raggiungere questo scopo – conclude Casili – occorre individuare regole e criteri per la ricostruzione del paesaggio dell’olivo nel Salento, lavoro che noi abbiamo già sviluppato grazie alla collaborazione di paesaggisti del nostro territorio e che saremmo ben lieti di mettere a disposizione di Regione e Ministero per contribuire fattivamente alla rinascita del paesaggio salentino”.