LECCE – In merito alle missioni all’estero e ai rischi che corrono i nostri soldati abbiamo sentito il parere del nostro esperto. Per ì nostri Soldati le missioni in Medioriente sono sempre ad alto rischio, se è vero che i nostri uomini riescono sempre a stabilire ottimi contatti con le popolazioni locali, è anche vero che gli attentati sono sempre una variabile imprevedibile, specialmente quando ad eseguirli sono piccole cellule autonome e destrutturate dalla catena di comando di organizzazione.
Dopo l’uscita di scena di Al Baghadadi, L’ISIS, o quello che rimane del Daesh, inevitabilmente dovrà continuare a perpetrare azioni violente, la cui valenza simbolica non si limita soltanto a colpire il nemico, sia materialmente che fisicamente, ma pure a trasmettere, tramite il terrore e la paura un messaggio ben preciso “Noi ci siamo ancora! ”. Il ricorso ad attentati suicidi è poi diventata una scelta tattica efficiente e collaudata nel tempo, non mancando di certo il materiale umano, vista la sostituzione del fanatismo religioso all’ideologia politica classica.
Infatti, questo tipo di atti violenti, a matrice suicida, affonda le proprie radici nelle profonde convinzioni legate ad un moralismo esasperato che, connotato da una forte “intensità rituale”, legata al fanatismo religioso e facendo leva sulla rabbia sociale verso le ingiustizie nonché le aspirazioni deluse predispongono gli adepti al martirio. La situazione, sui presupposti legati al fanatismo ideologico, non potrà mai definirsi sotto controllo, l’unica possibilità è mantenere un’attenzione alta e constante sul territorio in questione, in modo da reperire, attraverso fonti qualificate, le giuste informazioni che supportino le azioni preventive.
Ci sono attentati che si possono sventare ed altri condotti e pianificati in poche ore, questi ultimi solitamente condotti da piccole cellule o singoli, conosciuti come “ lupi solitari”, la prevenzione è quasi impossibile: sta all’attento addestramento del personale, nonché all’esperienza maturata sul campo, riuscire a evitare l’attentato o, nel peggiore dei casi, contenerne le perdite.