NARDO’ (Lecce) – La mannaia della Procura si abbatte sugli imputati coinvolti nell’inchiesta con cui nell’aprile del 2022 gli agenti della squadra mobile, del commissariato di Nardò e del Reparto prevenzione crimine di Lecce e Siderno smantellarono una presunta associazione che avrebbe monopolizzato il mercato della droga a Nardò.
Davanti al giudice per l’udienza preliminare Angelo Zizzari, la pm della Dda Carmen Ruggiero ha invocato 18 anni al presunto boss Roberto Longo, 56enne neretino; 16 anni a Roberto, detto “Robertino”, Giammarruto, di 32 anni, ritenuto il braccio destro del primo; 8 anni alla moglie, Chiara Marzano, di 29 anni;12 anni a Giulio Falconieri, detto “Antaro” di 35; 10 anni e 7 mesi a Fernando De Mitri, di 37; 10 anni ad Alessio Fahrat, di 29 anni; 10 anni a Antony Fracella, di 32; 16 anni a Lorenzo Grillo, di 43; 10 anni a Sergio Spenga, di 40 anni; 10 anni ad Alex Mazzarella, di 38; 8 anni a Gianluca Sanasi, 36, tutti di Nardò. Le accuse, a vario titolo, sono quelle associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, usura e violazione della legge in materia di armi.
Dalle indagini, condotte attraverso servizi di osservazione e intercettazione, è emerso inoltre come il gruppo si servisse di metodi estremamente violenti contro debitori e contro chi svolgeva attività di spaccio senza chiedere autorizzazione o pagare una somma di denaro, il cosiddetto “punto”. Il processo è stato aggiornato al 23 giugno quando iniziaeranno le arringhe degli avvocati difensori Giuseppe Bonsegna, Tommaso Valente, Andrea Frassanito, Ladislao Massari, Stefano Pati e Stefano Prontera.