LECCE – Il Museo Castromediano – in continuità con l’impegno e la riflessione dedicata all’Arte Contemporanea e alla necessità di creare momenti di riflessione collettiva sui temi della sostenibilità, del riciclo, della memoria, per sollecitare e generare “nuova bellezza” – sarà luogo, dal 13 ottobre 2023 fino al 7 gennaio 2024, di “Oltre confine”, mostra personale di Tania Welz per il Paesaggi del Museo Castromediano.
Attraverso una selezione di opere dell’artista tedesca, da vent’anni residente a Roma, “Oltre confine” presenta l’instancabile ricerca artistica della Welz ed il suo continuo superamento, nel tempo, dei limiti tematici e formali. Una ricerca, la sua, orientata a esplorare nuove e inaspettate dimensioni espressive.
L’esposizione, è divisa in una serie di sezioni tematiche, che – in accordo con i “paesaggi” che caratterizzano la sistemazione della Collezione Archeologica del Castromediano – evocano uno scambio dialettico tra le opere e gli oggetti e i reperti custoditi nelle sale del più antico Museo pubblico della Puglia. Un dialogo tra la memoria più remota e le istanze di un “contemporaneo” sempre attento e teso, a suscitare stupore, interrogazioni generative e la partecipazione attiva del pubblico e dei visitatori nell’interazione con le opere.
La ricerca artistica di Tania Welz
I “paesaggi” che Welz propone al Castromediano, integrano i diversi aspetti della sua ricerca artistica: dalle prime sperimentazioni, passando per gli intensi ritratti psicologici della condizione umana, fino alle più recenti opere che fondono tecniche diverse e apparentemente inconciliabili. In tutti questi passaggi Tania Welz dimostra la sua propensione a oltrepassare i confini prescrittivi dell’arte per trasformarla in uno strumento di indagine della realtà del suo tempo.
Il lavoro di Tania Welz è “antico”, “alchemico” coltiva il tempo e i suoi segreti trasformativi, è impregnato da un raro grado di intensità emotiva, scava nuovi strati di comprensione invitando i fruitori ad intraprendere un proprio personale percorso di esplorazione e scoperta. Le sue composizioni intricate e futuribili, così come gli abbinamenti audaci e simbolici dei materiali, trasportano il visitatore in una dimensione spirituale e onirica, aprendo squarci inediti sullo spirito del tempo che stiamo vivendo e sulla condizione umana nel mondo.
Si legge in una nota dedicata alla sua opera: “Con ustioni, tagli e imbottiture di materiali umili che si contrappongono con inserti preziosi, Welz mette in moto una metamorfosi, una progressione costante di decadenza e rinnovamento, all’interno di un ciclo infinito di apparire e scomparire. Il suo lavoro si compone di una serie di istantanee in cui una vasta gamma di mondi materici si intrecciano, si danneggiano e si riparano — solo per un momento per poi separarsi nuovamente — nel tentativo di mostrare un ineffabile istante di vita e di congelare un momento di bellezza prima che inevitabilmente scompaia”.