LECCE – Sembrava un’attesa destinata a non finire mai, tra pandemia e ritardi, quella che per anni ha visto Piazza Sant’Oronzo e i leccesi, privati di uno dei simboli più cari alla città: la statua di Sant’Oronzo. Invece, con l’arrivo della bella stagione, arrivano anche le belle notizie, perché a breve, la tanto agognata copia della statua del Santo patrono, verrà ricollocata al suo posto, a beneficio non solo dei credenti, ma di un’intera comunità che in quel Santo con le dita rivolte verso il cielo, per intere generazioni, ha trovato conforto.
La statua di Sant’Oronzo tornerà a svettare in cima alla storica colonna romana sabato 13 aprile, secondo quanto comunicato nel corso della conferenza stampa indetta nella mattinata di oggi presso l’Open Space del Comune di Lecce, a cui hanno preso parte il Sindaco Carlo Salvemini, il Professore Raffaele Casciaro del Dipartimento di Beni Culturali dell’Università del Salento, Mons. Domenico Seccia e la dott.ssa Francesca Riccio, sopraintendente ad Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della Province di Lecce e Brindisi.
«Quelle dell’11, 12 e 13 aprile saranno giornate storiche per la città, di festa popolare, di tutti. La realizzazione della copia della statua del Santo Patrono – sottolinea il sindaco Salvemini – è stata un’impresa collettiva: la Curia, il Dipartimento di Beni Culturali dell’Università del Salento, la Soprintendenza, che ha seguito passo dopo passo il restauro dell’originale e la realizzazione della copia, fino a lunedì scorso, quando è arrivato l’ultimo nullaosta sulla staticità. La Fonderia Nolana Del Giudice, che ha materialmente realizzato quest’opera d’arte di grande valore. Ma soprattutto ringrazio i donatori che con il loro contributo – raccolto attraverso l’Art Bonus del Mibac – hanno finanziato l’intera operazione, frutto della collaborazione tra le istituzioni e la Curia. Ma principalmente della devozione popolare, esattamente come avvenne nel 1739 per la realizzazione della statua originale del Santo»
Un iter lungo, che ha visto schierate in campo non solo le autorità pubbliche, ma anche i privati cittadini che hanno dato il loro contributo, fino al raggiungimento della cifra necessaria per portare a termine l’opera, cioè 240.630 euro.
Un traguardo che non si sarebbe potuto raggiungere senza la generosità della Banca Popolare Pugliese che ha donato 100mila euro e della ditta Editunnel di Lecce che ha contribuito con 70mila euro. I nomi di tutti i donatori inoltre, verranno elencati in un totem che verrà installato accanto alla copia della statua. La realizzazione della copia è stata, infatti, un’operazione collettiva che ha visto insieme il comune e la curia con la consulenza scientifica del Dipartimento di Beni Culturali e del Dipartimento di Ingegneria dell’Università del Salento e il supporto della Soprintendenza.
Oltre alla realizzazione materiale della copia, al trasporto e all’installazione, con i proventi dell’Art Bonus, è stata finanziata anche la produzione di un video-documentario e di un quaderno-volume a stampa sull’intero iter del progetto, dallo studio prliminare alla collocazione della copia sulla colonna, a cura di Emiliano Carico del Dipartimento di Beni Culturali di Unisalento, e la valorizzazione della statua originale.
Lunedì scorso è arrivato l’ultimo necessario nullaosta della Soprintendenza sulla relazione di staticità relativa alla tenuta del sistema colonna-capitello-pulvino-statua che ha permesso di poter fissare la data di collocazione della copia in bronzo al posto dell’originale.
Completata nell’atelier della Fonderia Campana, la statua sarà trasferita a Lecce nella mattinata di giovedì 11 aprile, scortata dalla Banda Città di Lecce all’ingresso in piazza. La copia resterà temporaneamente alloggiata davanti al Sedile a beneficio di tutti coloro che vorranno vederla da vicino fino al 13 aprile.
Durante la cerimonia pubblica che inizierà sabato 13 aprile alle 10:30, alla presenza del sindaco Carlo Salvemini e delle autorità, dopo la benedizione dell’Arcivescovo metropolita Michele Seccia, l’opera d’arte, commissionata dall’Amministrazione comunale alla Fonderia Nolana Del Giudice, sarà issata e collocata sulla colonna.
Con le celebrazioni del 13 aprile, si chiude un cerchio aperto il 30 gennaio 2019, quando la statua, realizzata nel 1739 in sostituzione di una precedente andata distrutta da un incendio, fu rimossa dalla colonna e portata a terra per le operazioni di restauro iniziate alcuni mesi prima. Dalle anali, lo stato della struttura lignea interna era apparso irrimediabilmente compromesso, tanto da escludere il riposizionamento.
Dopo l’ok della Soprintendenza alla realizzazione di una copia e alla musealizzazione dell’originale, il Comune decise di coinvolgere il Dipartimento di Beni Culturali dell’Università del Salento relazionandosi con il Professor Raffaele Casciaro per capire come realizzare la copia nel rispetto delle prescrizioni fornite dalla Soprintendenza, con quale tecnica e con quale materiale.
«Parallelamente a questo lavoro – spiega il professor Casciaro – è stata avviata un’indagine storica sull’originale che sarà contenuta nel volume di prossima pubblicazione sull’intero intervento ed è stata fatta chiarezza sull’arrivo da Venezia della statua, questo quello che si è sempre sostenuto. Abbiamo ragione di credere, invece, che da Venezia siano arrivati i materiali ma che la statua sia stata confenzionata a Lecce. A riprova di questo, un’archeologa sottomarina ha trovato in fondo al mare carichi di navi veneziane naufragate che trasportavano rame dello stesso tipo di rame di quello usato per Sant’Oronzo».
La soprintendente Francesca Riccio, a tal proposito, sottolinea il percorso che porterà alla musealizzazione dell’originale. «Ora sul tavolo c’è il destino della statua settecentesca, che sarà oggetto di un nuovo confronto con il Comune e la Curia per determinare quali siano i migliori sistemi per garantire al contempo la migliore conservazione e la migliore fruizione del bene, trasformando quella che all’inizio poteva sembrare una diminutio nella possibilità di poter ammirare da vicino l’opera».
Nel corso dello studio sono stati richiesti vari preventivi a istituti altamente specializzati e aziende nazionali ai massimi livelli del settore. Alla fina della ricerca, si è deciso di optare per una statua in bronzo realizzata con la tecnica della fusione a cera persa.
La realizzazione della copia della statua ha richiesto un intero anno di lavoro, dall’affidamento del progetto esecutivo validato dalla Soprintendenza fino alla consegna perché – per stessa ammissione della famiglia Del Giudice – si è rivelata più laboriosa e complessa del previsto per via della ricchezza decorativa soprattutto dei paramenti del Santo.
«Come pastore di questa Chiesa locale, fondata da Sant’Oronzo, sono felice per questo traguardo. Mi sembra un sogno – ha concluso l’arcivescovo Seccia – dopo tanti anni di solitudine della colonna della Piazza antica di questa città. Il ritorno della copia della statua al suo posto mi fa pensare al ritorno di un faro. Per noi cristiani, i santi sono fari che con il loro esempio illuminano il cammino di chi sceglie di seguire Cristo. Questo ritorno sulla sua colonna che da secoli rappresenta un punto di riferimento, un segno di riconoscimento di una comunità che a sua volta dà significato ai segni. Per noi credenti il santo patrono, infatti, è più di un simbolo e vale più della bandiera perché la fede e la devozione superano le barriere spazio-temporali e vanno oltre la successione dei fatti della storia. Grazie all’amministrazione comunale e a tutti gli enti coinvolti per la passione e la professionalità profuse in questa operazione per nulla facile. E grazie anche a chi ha contribuito con le donazioni affinché la statua originale di Sant’Oronzo fosse riportata all’antico splendore e la sua copia tornasse finalmente in piazza».