“Il quantitativo vitale minimo di acqua garantito alle fasce più deboli non può essere erogato attraverso un fondo alimentato dagli avanzi di gestione dell’Aqp. Non possiamo prevedere se quel 20% di avanzo di gestione previsto dal ddl sarà sufficiente a garantire un quantitativo minimo secondo gli indici di fabbisogno riconosciuti internazionalmente”.
Lo ha detto il presidente del Gruppo Udc alla Regione Puglia, Salvatore Negro, al termine della riunione congiunta delle commissioni II e V che hanno esaminato e approvato 12 dei 14 articoli del disegno di legge “Governo e gestione del Servizio Idrico Integrato. Costituzione dell’Azienda Pubblica regionale ‘Acquedotto Pugliese – AQP”. Articoli approvati a maggioranza con l’astensione dell’Udc che ha espresso perplessità proprio sulla copertura finanziaria del quantitativo minimo di acqua da garantire alle fasce meno abbienti prevista dagli art. 13 e 3 del ddl.
“Sul provvedimento va fatta una seria riflessione – ha sottolineato il capogruppo Udc – tutti vogliamo venire incontro alle fasce più deboli della popolazione, ma non si può correre il rischio di varare un provvedimento demagogico, come avvertono i comitati per l’acqua, che non sia cioè in grado di soddisfare le esigenze delle classi più deboli della popolazione pugliese. Non solo. A questo si deve aggiungere il rischio di aggravare i conti della Regione. Il monito ci viene dalla attuale vicenda dei consorzi di bonifica che, a distanza di 8 anni dal blocco delle cartelle esattoriali, hanno creato un buco di 400 milioni di euro nel bilancio dell’Ente”.
“L’auspicio – ha concluso Salvatore Negro – è che nel prossimo incontro del 18 maggio, l’assessore competente possa giungere con una nuova proposta che possa fugare ogni perplessità sui principi e le fonti di finanziamento del minimo vitale di acqua alle fasce meno abbienti della popolazione senza pregiudicare la tenuta del bilancio regionale”.