Consiglio comunale convulso e contraddittorio quello di questa sera. Dalla “falsa partenza” al numero risicato di componenti alle discussioni interminabili e senza esito. Rinviate le interpellanze presentate dai consiglieri Spagnolo e Pankiewicz
L’urgenza della convocazione del Consiglio comunale a Lecce lasciava presupporre una discussione costruttiva su alcuni punti cruciali che appassionano il dibattito cittadino da diversi mesi. L’attesa riguardava le Verifiche Urbanistiche del Piano delle Alienazioni approvato lo scorso 30 novembre e che ha messo in allarme il Comitato sorto in difesa della scuola di Piazza Partigiani e l’esame tricologico che attesta l’uso di sostanze stupefacenti. Poche le presenze in Aula all’inizio dell’Assise che è stata sospesa e aggiornata dopo le proteste dell’opposizione che rivendicava una rappresentanza governativa.
Piazza Partigiani continua a far discutere animatamente. L’amministrazione, dopo le richieste del Comitato, aveva dato disponibilità a valutarne insieme le problematiche tecniche per giungere ad una soluzione della questione. Ma così non è stato, accusano i rappresentanti del Comitato in una nota, “l’amministrazione ha strumentalizzato le circostanze e violato gli accordi. Si è mossa unilateralmente, senza avvisare le parti interessate: ossia che il progetto comunale ridurrà gli standard urbanistici del quartiere, cioè gli spazi “vitali” dei residenti, con un danno oggettivo per tutti”. Non la pensa allo stesso modo l’assessore al Bilancio Attilio Monosi che attribuisce alla stampa l’allarmismo creatosi tra i cittadini. Per la consigliera di Io Sud, Ciccia Mariano la questione dovrebbe essere rimandata in Commissione Bilancio, visto che oltre alla componente urbanistica c’è anche quella economica. Il dibattimento si è protratto tra mille polemiche fino alla presentazione, da parte del gruppo Pd di opposizione, di un emendamento soppressivo sul Piano delle Alienazioni che comprende l’area di via B. Croce e Piazza Partigiani, bocciato con 11 voti a favore e 22 contrari. Approvato invece l’emendamento aggiuntivo, a firma del consigliere di maggioranza Carlà, che prevede la decisione sulla destinazione d’uso degli immobili successiva all’esito dell’Istruttoria pubblica. Le verifiche urbanistiche hanno avuto la maggioranza dei consensi.
Ha fatto molto discutere anche il Regolamento per le espressioni artistiche di strada; è stato il consigliere Pd Paolo Foresio a scatenare, suo malgrado, il caos nell’Assise in seguito ad un maxi emendamento sostitutivo. La nota prevedeva l’uso di piccoli impianti di amplificazione al posto di strumenti che possono arrecare disturbo agli abitanti del centro storico e una modifica sull’orario di esibizione. La diatriba si è alimentata per il metodo di presentazione piuttosto che per il contenuto; il tutto è stato rimandato in Commissione cultura. “Il consigliere Foresio ha messo in crisi la maggioranza, non c’era mai riuscito neanche Rotundo” ha commentato con un sorrisetto il sindaco Perrone. Il numero legale dei partecipanti al Consiglio è stato sfavorevole per la tanto attesa (dalla stampa) mozione presentata dalla consigliera di Io Sud Maria Rosaria Ferilli del luglio 2010 e che invita gli amministratori locali a sottoporsi al test anti-droga, così come è avvenuto per altre amministrazioni. La premessa del presidente del Consiglio Pisanò, che ha smentito la paternità dell’iniziativa secondo quanto apparso sulla stampa in questi giorni, aveva lasciato intendere la defezione, motivo per cui la mozione era sconfinata al numero 55, poi “riesumata” su richiesta della stessa Ferilli.