Già consigliere comunale di opposizione nel gruppo Pd nel passato governo Perrone, Paolo Foresio si ripropone al fianco di Loredana Capone, sostenuto da un gruppo di giovani che credono nella politica del fare. Vincente, per il candidato, la collaborazione tra le vecchie esperienze e le nuove proposte
Io ci sto, tu ci stai? è il claim della campagna elettorale di Paolo Foresio, ma a quale elettorato si rivolge e cosa propone?
Ci rivolgiamo ad un target vario. Nella scorsa campagna elettorale ci proponevamo con: Possiamo cambiare musica ed era rivolto più ad un target giovanile con il quale mi confrontavo anche per il mio lavoro di speaker radiofonico, questa volta invece l’elettorato è più ampio. Sono passati 5 anni, i giovani di allora sono ancora giovani ma con qualche esigenza in più di investire nel proprio futuro attraverso una persona giovane e che rappresenti le loro istanze. Ma ci rivolgiamo anche agli adulti che ad un certo punto decidono di cambiare e di scommettere su un gruppo di giovani, perché il ricambio generazionale è una necessità. Non siamo “rottama tori” e non si tratta solo di un discorso anagrafico ma è fondamentale che all’esperienza politica si affianchi la freschezza giovanile che dà impulso e crescita. La metafora calcistica è d’obbligo, l’esperienza di Di Miche le e lo scatto di Muriel sono vincenti in campo.
Il più giovane consigliere dell’amministrazione Perrone appena conclusa; come ha vissuto l’esperienza e cosa consiglia a chi decide di farlo?
Lo consiglio a tutti con una raccomandazione: innamorarsi della propria città e della possibilità di incidere e influire sulle scelte dell’amministrazione ma mai del potere che fa parte di una visione antipolitica e in quest’ottica Lecce può cambiare.
Sulla necessità di un ritorno alla sobrietà si è detto tanto anche a livello nazionale, ma la campagna elettorale di Lecce sembra aver preso un’altra piega. Lei si dissocia da questo modo di fare propaganda o essendo un comunicatore pensa che sia importante l’incisività della comunicazione?
Sicuramente è importante comunicare una candidatura, la differenza sta negli strumenti; l’invasione dei faccioni sui 6×3 che deturpano Lecce penso che non piaccia a nessuno e, in questo momento di crisi economica, possono rappresentare uno sperpero inutile di denaro. Io non li ho fatti per scelta, la mia campagna elettorale è stata improntata sull’oculatezza. Ci siamo autofinanziati. Parlo al plurale perché mi sento il rappresentante di classe, dei ragazzi che seguono il mio progetto e che portiamo avanti da cinque anni. Abbiamo organizzato feste per racimolare il necessario per la campagna, abbiamo una sede operativa in via Grandi, arredata con materiali riciclati con i quali i ragazzi hanno realizzato il necessario. Il messaggio parte anche da questo, si può fare politica con poco e soprattutto nel rispetto delle istituzioni.
Come mai questa affermazione, chi fa campagna irrispettosa?
Ci sono stati e ci sono candidati che affiggono i loro manifesti propagandistici sulle plance o sugli impianti di aziende che sono morose nei confronti del comune, non può essere questo un buon segnale.
Quanto, secondo lei, la coalizione di centrosinistra che rappresenta si sta impegnando per questa campagna elettorale?
La mia coalizione deve sicuramente accelerare, mancano 47 giorni (ieri ndr), faccio ogni giorno il conto alla rovescia, ogni mattina mando un messaggio ai miei amici, quelli che mi sostengono, per trasferire loro l’impegno massimo che serve nell’affrontare una competizione elettorale. Il centrosinistra deve presentare il progetto di città che intende far valere di fronte agli elettori. Loredana Capone da candidata sindaco deve divulgare il suo impegno per servizi sociali, filobus, emergenza casa, raccolta differenziata, movida, trasporti e soprattutto lavoro.
A proposito di lavoro, con l’approvazione della riforma dell’articolo 18, lei da giovane come si rapporta con le nuove regole?
Sono super precario con contratto a progetto presso un’emittente radiofonica regionale, e mi rendo conto che i tempi sono cambiati, alzare barricate nei confronti della modernizzazione trovo sia sbagliato, ma se con questo intendiamo anche penalizzazione non è giusto per la nostra generazione. Forse vale la pena provare a confrontarci con la flessibilità, tanto peggio di così non si può, le percentuali di precariato e disoccupazione sono altissime, ma dobbiamo investire su noi stessi aumentare il know how, le conoscenze e confrontarci sul mercato. Purtroppo i nostri genitori hanno potuto vivere in maniera diversa, mentre i nostri “genitori politici” sono andati al ristorante e hanno lasciato il conto a pagare, che stiamo pagando noi. Stessa cosa ha fatto l’amministrazione di Lecce, perché rinegoziare i mutui non vuol dire risolvere il problema ma spalmare il debito nei prossimi decenni e per le future generazioni
C’è qualcosa che ha apprezzato dell’amministrazione appena trascorsa?
No, è stata un’amministrazione in totale continuità con i dieci anni precedenti, il governo degli amici, del gruppo chiuso, dei parenti, del potentato. Non ha dato segnali di apertura, c’è stata pochissima trasparenza, ancora oggi chiedo carte che non mi sono concesse, ho chiesto il resoconto di spesa dell’iniziativa “Magie di Natale” so che sono stati spesi 200mila euro ma non ho il carteggio. La città è stata gestita da un gruppo di persone in maniera molto simile ad un’azienda privata, eppure speravo nella discontinuità amministrativa di Paolo Perrone e del suo gruppo rispetto ai passati governi Poli Bortone, anche perché si trattava di un gruppo mediamente giovane, hanno sprecato anche l’opportunità del ricambio generazionale. Mi sarei aspettato davvero un’inversione di tendenza, invece si è parlato di incarichi e consulenze a conoscenti, senza premiare il merito ma il cognome, l’area di appartenenza e la fedeltà, non è questo il modo di amministrare né il segnale da dare ai giovani. Il sentimento di antipolitica che si percepisce è stato alimentato anche da questi atteggiamenti. Se facciamo un confronto con il comune di Firenze, troviamo che Lecce ha 21 dirigenti a fronte dei loro 7, 14 assessori con i loro 8 e tra la vox populi nessuno riesce a individuare ciò che di buono ha fatto l’amministrazione Perrone.
Appello al voto?
Mi rivolgo ai giovani e chiedo loro di votare in maniera libera, di non barattare i loro voti con nessun compromesso, ne va del loro futuro e di quello della città di Lecce.