Contro ogni forma di violenza, di razzismo e di persecuzione, è il messaggio della manifestazione voluta dalla Prefettura di Lecce a cavallo tra la Giornata della Memoria, avvenuta ieri 27 gennaio e il giorno del Ricordo, che sarà il prossimo10 febbraio.
L’una ricorda le vittime della Shoah, l’altra quelle delle Foibe. Due giornata racchiuse in una, il 30 gennaio che ricorderà le vittime e lancerà messaggi di pace e di non violenza. Teatro della manifestazione, Il comune di Nardò, scelto perché medaglia d’oro al valore civile per l’accoglienza degli ebrei scampati ai lager nazisti. Nel teatro comunale si inizierà cantando l’inno d’Italia e con i saluti del sindaco Marcello Risi, del Prefetto Giuliana Perrotta e del presidente della Provincia Antonio Gabellone, che hanno anche presentato l’evento questa mattina in una conferenza che si è tenuta presso la Prefettura di Lecce.
Il Prefetto presenterà inoltre un importante progetto di e-learning intitolato “Cultura della Repubblica” che intende creare una rete informatizzata di formazione e informazione assieme. Attraverso un portale sul web sarà possibile caricare documenti, accedere agli archivi statali e inserire i propri eventi, riguardanti le iniziative sulle giornate della Memoria e del Ricordo. “L’obiettivo” spiega il Prefetto Perrotta, “è lo sviluppo sociale, rafforzare la cultura della Repubblica e il processo di digitalizzazione della Prefettura, oltre che contribuire al raggiungimento dell’obiettivo comunitario per la scuola digitalizzata.”
Durante la manifestazione del 30 gennaio, si avranno anche gli interventi del professor Fabrizio Lelli, associato di lingua e letteratura ebraica dell’Università del Salento, che con video e interviste parlerà dell’esperienza dei sopravvissuti ai campi nazisti; e quello della professoressa Annarita Corrado, dirigente scolastico del liceo scientifico Leonardo Da Vinci di Maglie. Alternata ad intermezzi musicali a tema, come le colonne sonore dei film “La vita è bella” e “Schindler’s list”, la giornata culminerà con la consegna delle Medaglie d’Onore conferite dal Presidente della Repubblica ai cittadini salentini deportati e internati nei lager e destinati al lavoro coatto.
“Abbiamo voluto unire” ha concluso il Prefetto, “con un filo ideale una manifestazione contro ogni forma di razzismo e di persecuzione. Non solo per non dimenticare ma anche per capire quali siano stati i meccanismi che hanno portato a queste forme di aberrazione che si ripetono anche adesso e fare quindi in modo che non siano solo celebrazioni.”