Ha rivendicato la scelta del Comune di Lecce di acquistare, con il contratto di leasing, gli immobili sede del Tribunale civile, l’allora sindaco, la senatrice Adriana Poli Bortone, comparsa per la prima volta in aula, nel corso del processo sulla presuntatruffa con i palazzi di via Brenta.
Una scelta che sarebbe stata figlia di un indirizzo politico “non monocratico”. Davanti agli imputati presenti (il professor Massimo Buonerba, ex consulente giuridico; l’ex assessore comunale al bilancio Ennio De Leo; l’ex direttore generale del Comune e, all’epoca della firma del contratto, responsabile dell’Area tecnica, Piergiorgio Solombrino; il geometra Roberto Brunetti, dipendente dell’ufficio Lavori pubblici; e l’ex dirigente del servizio economico-finanziario del Comune, Giuseppe Naccarelli), la Poli ha sostenuto che l’acquisto avrebbe permesso al Comune di evitare di sostenere l’ingiustificato prezzo di un canone di locazione. I palazzi dei fratelli Guagnano, titolari della So.Co.Ge sarebbero stati ritenuti da tutti i più convenienti. “Mi fidavo ciecamente dei miei collaboratori”, ha spiegato la Poli che ha poi sottolineato che l’attuale sindaco di Lecce Paolo Perrone non poteva non sapere. A dimostrazione di questo la senatrice ha tirato fuori, nel corso dell’udienza una nota, poi acquisita agli atti, in cui lo stesso Perrone avrebbe sostenuto la “validità piena dell’intera operazione” di acquisizione, tramite leasing, dei due immobili di via Brenta e la “congruità del prezzo” dell’operazione, confermata sia dall’Ute (Ufficio tecnico erariale, struttura dipendente dal Catasto, ndr) che da un’indagine interna al Comune sui prezzi di mercato in vigore in quel momento. “Si tratta di una lettera”, ha dichiarato in seguito il sindaco Perrone, “con cui chiedevo conto dell’operazione all’allora presidente della Corte d’appello di Lecce, Umberto Pagano. Io ero divenuto sindaco da meno di due mesi. Solo dopo mi sono reso conto di quanto quel contratto fosse dannoso per il Comune di Lecce e mi sono adoperato per risolverlo, facendo il bene dell’Amministrazione, come lo stesso attuale presidente della Corte d’Appello Mario Buffa mi ha dato atto nel corso della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario 2012”.