I capelli di un biondo chiarissimo, occhi grandi, penetranti, delicatezza dei tratti. La cantautrice leccese Manga Nairo sembra essere uscita veramente dalla vena creativa di un fumettista. Incontrandola, abbiamo ricordato per un istante il videoclip del brano “Take on Me”, un successo degli “A-ha” targato 1985, nel quale Morten Harket, leader della band, compare nelle sembianze di un fumetto
per poi materializzarsi sotto lo sguardo stupito della lettrice. Allo stesso modo, guardando il viso di Manga Nairo, abbiamo immaginato che anche lei prendesse vita, “oltrepassando” le pagine di una storia. Sensazioni a parte, l’energia della giovane artista è palpabile, così come quell’aria da “eterna bambina” che fa di lei un personaggio davvero fuori dal comune. Dopo l’uscita del singolo “Decidi Tu”, lo scorso maggio, il suo pop-rock diviene più dolce e melodico con “Carillon” – il 5 ottobre 2012 – l’ultimo grande tassello per quella che promette di essere una carriera interessante: è una voce del Salento, comunque, ad affacciarsi ancora nel panorama musicale italiano.
Come nasce l’idea del nome “Manga Nairo”?
In realtà, il nome “Manga” me lo hanno attribuito i miei amici quando ero ragazzina, per il mio look stravagante che ricordava i fumetti giapponesi ai quali sono molto legata e che mi diverto a disegnare ancora oggi. Quando firmai il contratto con la casa discografica “Moris Marzino” decisi di crearmi un nuovo nome d’arte. C’era già una band straniera che si chiamava “Manga” e mi fu chiesto di modificare quel nome. Pensando al mio cognome, Manganaro, decisi di stilizzarlo in “Manga Nairo”.
In che modo la musica è entrata nella tua vita?
La musica l’ho sempre avuta nel dna. Da piccola, la mia camera da letto confinava con la sala prove di mia madre, mi addormentavo con la musica nelle orecchie e mi svegliavo come se quel ritmo fosse la mia sveglia prima di andare a scuola. Molto spesso mi chiedevano se da grande avessi voluto intraprendere la carriera di cantante, ma, per orgoglio, rispondevo con un secco “no”. Quando, in realtà, quello di cantare è sempre stato il mio sogno e ricordo che passavo ore nella mia cameretta, davanti allo specchio con una spazzola in mano e la musica a tutto volume, fingendo di essere una star della musica.
Hai debuttato davanti al grande pubblico in occasione del Battiti Live a Lecce lo scorso luglio, puoi descriverci le tue sensazioni?
È stata un’esperienza che ha superato le mie aspettative. Cavalcare quel palco, per me, è stato un importante trampolino di lancio, oltre che una bellissima esperienza vissuta nella mia città. Un modo per conoscere da vicino grandi artisti della musica internazionale. Sentivo che la voce mi tremava, guardando artisti così importanti con i quali mi stavo esibendo.
E il pubblico? Ha influito sul tuo stato emotivo?
La gente mi da carica. Il calore del pubblico è la mia energia, ma se qualcuno mi chiedesse di cantare un mio pezzo a cappella, entrerei nel panico.
Stavamo per chiedertelo infatti…
Altre domande? – sorride.
È un look davvero particolare il tuo. C’è un personaggio al quale ti ispiri?
No, nessuno in particolare. Mi piace essere al centro dell’attenzione e questo mi spinge a immaginare un look futuristico, buttando su carta delle idee che sono frutto della mia immaginazione di quel particolare momento, ricercando anche degli elementi difficili da realizzare per essere originale.
Ritornando alle tue canzoni, ce n’è qualcuna in particolare che parla della tua vita? Del tuo modo di essere?
In tutti i miei brani c’è sempre un po’ di me. Se dovessi parlare di uno in particolare direi “Carillon”, che non è una canzone d’amore, nonostante molti lo pensino, ma un brano che riporta alla mente vecchi ricordi. Il carillon rappresenta il mio essere bambina, rimasto vivo dentro di me e racchiuso nel corpo di una donna che non vuole rassegnarsi al trascorrere degli anni e all’idea che quella bambina ormai non ci sia più. Una donna che vive con la paura di invecchiare e di dimenticare quei preziosi attimi vissuti che non potranno più ritornare.
Ti senti di lanciare un messaggio ai lettori del Corriere Salentino?
Attraverso la mia musica e questo mio modo di sentirmi e di mostrarmi ancora bambina, nonostante sia già donna, spero che ognuno di noi si mostri per quello che è, senza temere il giudizio della gente e che questa, anzi, possa accettare le diversità.
Salutando Manga Nairo, siamo rimasti con la sua straordinaria passione che la lega alle sonorità americane, al pop-rock e all’R’n’B, trepidanti di conoscere il suo nuovo progetto discografico per il quale è al lavoro. E le facciamo un in bocca al lupo!