Avrebbe costretto la moglie e la figlioletta di neppure dieci anni a vendere il proprio corpo trasformando l’abitazione di famiglia in una sorta casa d’appuntamento aperta a tutte le ore del giorno. Un 50enne di Nardò è stato iscritto sul registro degli indagati con l’accusa di induzione alla prostituzione dal sostituto procuratore Stefania Mininni. La moglie dell’uomo sarebbe stata costretta a prostituirsi per pochi spiccioli e nel torbido “gioco” sarebbe stata trascinata anche la figlioletta obbligata, ipotesi comunque ancora tutta da accertare, a consumare rapporti con persone più grandi di lei. Dalle indagini sarebbe emerso come l’uomo avrebbe svolto un ruolo di “intermediario compiacente”.
In sostanza, avrebbe assoldato i clienti per poi costringere moglie e figlioletta a vendere i propri corpi in un contesto di forte indigenza. L’interrogatorio dell’uomo, previsto per la prossima settimana, è finalizzato proprio a trovare i necessari riscontri a questa prima agghiacciante ricostruzione. Gli investigatori sono sempre impegnati per cercare di identificare i clienti che, stando all’ipotesi accusatoria, avrebbero frequentato l’abitazione dell’uomo per trascorrere alcune ore in compagnia della moglie e della figlioletta dell’odierno indagato.
Se identificati, per i componenti della presunta clientela scatterebbe l’accusa di violenza sessuale aggravata in concorso. Nel frattempo, la bambina, con un provvedimento eseguito dai servizi sociali di Nardò su disposizione della Procura dei Minori, è stata allontanata già da tempo da quella “casa degli orrori” per essere trasferita in una struttura di recupero.
F.O.