Due anni e mezzo di reclusione con l’accusa di omicidio colposo sono stati inflitti a Danilo Dell’Anna, il giovane di Surbo responsabile della morte di Youssef Harmanz ucciso accidentalmente da quello che doveva essere il suo futuro cognato.
L’accusa ipotizzata dal sostituto procuratore Giuseppe Capoccia è quella di omicidio colposo. La sentenza è stata emessa dal gup Giovanni Gallo dopo che l’avvocato difensore Angelo Pallara aveva concordato la pena con il sostituto procuratore Carmen Ruggiero. Secondo quanto è emerso dalle testimonianze, i giovani si erano riuniti a casa di Dell’Anna per trascorrere insieme una serata di festa, quando il proprietario, ex guardia giurata che ora lavora come barista, tirò fuori la pistola che utilizzava nel suo lavoro di vigilantes ed era regolarmente detenuta. Impugnata la 7,65 Dell’Anna mimò il gesto di sparare, nella convinzione che l’arma fosse scarica. Il colpo, invece, era in canna e partì tra lo stupore dei presenti, andando a conficcarsi dritto nel collo del marocchino. La perforazione della giugulare non lasciò scampo a Youssef, che crollò a terra in un mare di sangue morendo nel giro di pochi minuti. “I familiari della vittima si erano costituiti parte civile e non hanno avuto la possibilità di interloquire su questa questione perché escludono le vittime dalla soddisfazione della pena inflitta all’imputato”, dichiara l’avvocato Gaetano Stea, legale della madre del giovane deceduto, “la vittima del reato diventa emblematicamente vittima del processo e comunque il gup Gallo ha inflitto una pena proporzionata alla gravità del gesto ritenuto spavaldo”. Le parti civili saranno rappresentate anche dagli avvocati Diego De Cillis e Ladislao Massari.
F. O.