E’ stata richiesta, in appello, la conferma delle condanne per Antonio e Damiano Caroppo, a cui furono inflitti 6 anni mezzo e a 3 anni e quattro mesi di reclusione in abbreviato. Uno sconto di pena, a 4 anni e 8 mesi di carcere, è stato invece invocato per Massimo Caroppo, già condannato a 5 anni.
Tutti e tre i fratelli leccesi, sono accusati a vario titolo di usura, estorsione e attività finanziaria abusiva.
Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore della Direzione distrettuale an-timafia Alessio Coccioli, sono state avviate a seguito della denuncia di un imprendi-tore del settore dell’edilizia stradale, disperato, che, dopo aver ricevuto un primo prestito di 40mila euro, avrebbe dovuto restituire, il mese successivo, a suo dire, oltre 44mila euro.
Sono 4 le presunte vittime che si sono costituite parte civile nel processo.
Secondo quanto accertato dagli investigatori i tre avrebbero effettuato presunti prestiti usurai con tassi d’interesse mensili pari al 10 per cento (che potevano arrivare a superare il 120 annuo), poi pretendendone la restituzione con minacce e metodi violenti.
Nelle prossime ore è attesa la sentenza.