LECCE – Nessun favore, solo rapporti di collaborazione e amicizia cementati nel tempo e consolidati da trasparenza e rispetto reciproco. In particolare con l’onorevole Giuseppe Taurino. Nella mattinata di ieri è stato sentito negli uffici della Guardia di finanza Sergio Blasi, il consigliere più suffragato del Pd alle ultime elezioni regionali. Il politico è stato ascoltato come “persona informata dei fatti” nell’inchiesta aperta sull’Arif (l’Agenzia regionale per le attività irrigue) e il presunto voto di scambio che avrebbe scandito la tornata elettorale del 31 maggio scorso.
ll nome di Blasi è stato tirato in ballo nell’esposto anonimo. In particolare sul presunto ruolo ricoperto dal direttore generale dell’Arif Giuseppe Taurino che, secondo il corvo, avrebbe creato un serbatoio di voti con assunzioni all’interno dell’agenzia regionale per sostenere la candidatura di Sergio Blasi. L’esponente del Partito Democratico, alla presenza del proprio legale Paola Vestito, ha chiarito i legami che lo legano all’ex parlamentare di Trepuzzi.
“Compagni di partito da anni” precisando che mai e in nessun modo sarebbe intervenuto per agevolare la nomina di Taurino come dirigente dell’Arif fino a quando ha ricoperto la carica di segretario regionale del Pd e di consigliere. Una procedura, ha spiegato Blasi, affidata direttamente al Consiglio regionale dopo un bando pubblico.
Agli investigatori il politico ha anche chiarito un’altra accusa messa nero su bianco dalla “gola profonda” relativa ai rapporti avuti con una donna che, nell’esposto, viene indicata come portavoce della Notte della Taranta grazie all’intercessione di Blasi. Sul punto il consigliere è stato chiaro. Ha precisato, documenti alla mano, come la donna non abbia mai ricoperto tale incarico. Una precisazione dettagliata suffragata dal fatto che Blasi risulta consigliere di amministrazione all’interno della Fondazione.
In circa un’ora di ascolto, l’esponente del Pd regionale ha difeso con forza la propria moralità e l’immagine di politico integerrimo costruita in tutti questi anni. “Non ho mai partecipato ad una cena politica”, ha ricordato Blasi. “Sempre e solo comizi nelle pubbliche piazze ma mai nessun favoritismo clientelare”. “Tanto da denunciare nel 2010 alcune persone (poi finite sotto processo) che avevano speso il mio nome intascando soldi in cambio di posti di lavoro”. Appena due settimane fa, invece, era stato sentito anche Taurino. Esibendo un faldone di documentazione anche l’ex parlamentare respinse l’accusa di aver assunto circa 250 persone nell’Arif tra febbraio e maggio per creare un serbatoio di voti destinato proprio a Sergio Blasi.
Francesco Oliva