BARI – C’è la manifestazione barese per festeggiare l’alta velocità, su rotaie lente, e la contro-manifestazione leccese per protestare contro chi vuol fare finire l’Italia a Bari. C’è chi saluta con entusiasmo l’arrivo del treno Frecciarossa e chi, sotto il barese, s’indigna. Ma a parte le manifestazioni e le proteste, che forse arrivano un po’ troppo tardi, i treni veloci si fermeranno a Bari. “Abbiamo chiesto un incontro ai vertici di Trenitalia per trovare una soluzione che non tagli fuori il Salento. Per il resto, la mia assenza dalla cerimonia barese è dovuta ad altri impegni istituzionali” – taglia corto l’assessore ai trasporti Gianni Giannini. Anche l’inaugurazione in pompa magna, con tutti i vertici di Trenitalia fieri di aver portato il Frecciarossa 1000, dedicato a Pietro Mennea, a Bari, però, potrebbe essere rovinata da un’osservazione: non ci sono i binari adatti per far correre quei treni come corrono da Bologna a Milano. Ecco, ancora una volta, il Mezzogiorno viene trattato diversamente, ancora un altro esempio dell’Italia a due velocità, dalla sanità ai trasporti alle infrastrutture. “Non ci sono le rotaie adatte per far correre i Frecciarossa, perché sulla dorsale adriatica ci sono binari per treni normali, quindi, scendendo giù rallenteranno” – spiega l’assessore Giannini.
Un concetto ribadito anche da Saverio Congedo, che aderisce e partecipa con i fittiani alla contro-manifestazione organizzata dai parlamentari dei Conservatori e Riformisti (#iononpartecipo) sul piazzale della stazione di Lecce per protestare contro la decisione di Trenitalia di far partire ed arrivare, dal prossimo 20 settembre, il Frecciarossa da Milano solo a Bari. “Trenitalia oggi beffa due volte i pugliesi – sostiene il consigliere regionale di Oltre – la prima inaugurando un Frecciarossa che non sarà mai utilizzato sulla dorsale adriatica perché non dotata di binari adeguati e dimostrando di essere del tutto insensibile alle richieste di un territorio che non vuole essere considerato il Sud del Sud. Il nostro auspicio è che sabato prossimo, 12 settembre, la protesta al premier Renzi giunga forte e chiara, ma soprattutto univoca e trasversale da parte di una Puglia che non vuole e non deve viaggiare a due velocità”. I salentini rispediscono al mittente gli inviti per l’inaugurazione barese e chiedono a Trenitalia di cambiare rotta. L’unico che potrebbe veramente far cambiare rotta in breve tempo è il premier: alla Fiera del Levante tutti faranno squadra per far capire a Renzi che l’Italia non può finire a Bari.
Garcin