LECCE – Anche a Lecce, come in tutti i capoluoghi d’Italia, gli agenti di polizia iscritti al Sap (sindacato autonomo di polizia) hanno incrociato le braccia per tre ore, per protestare contro il riordino delle carriere varato dal governo e ora all’esame del Parlamento.
La decisione è maturata nel corso dell’assemblea tenutati a Lecce nella giornata di ieri, alla presenza del segretario provinciale del Sap di Lecce Carlo Giannini e del segretario nazionale Francesco Pulli.
“Nonostante abbiamo apprezzato lo sforzo economico compiuto dall’esecutivo – dichiara il segretario provinciale Giannini – non possiamo non avversare, in tutti i modi concessi dalla legge, questo provvedimento che non è un riordino, ma si può definire un’operazione di riparametrazione degli stipendi, figlia dell’enorme miopia del governo precedente che, per assicurarsi consenso elettorale, decise di investire nel bonus degli 80 euro di lavoro nero legalizzato non rilevante ai fini pensionistici e previdenziali. Il bonus sparirà dalle buste paga a settembre e per compensare questa perdita e riparametrare gli stipendi, serviranno oltre 800 milioni di euro dei 927 stanziati da governo, che saranno investiti, quindi, in un’operazione che nulla a che vedere con i processi di carriera”.
“L’unico dettaglio – sottolinea invece Pulli – è che il miraggio degli 80 euro svanirà definitivamente, perché questa cifra, una volta resa strutturale e quindi alleggerita del 60,2% di trattenute, si trasformerà in 32 euro circa di aumento di stipendio”.
“Si tratta di una grande occasione gettata alle ortiche – aggiunge Giannini – mentre, negli ultimi giorni, stanno circolando informazioni false e fuorvianti da parte di chi è politicamente interessato a sostenere questo riordino inutile. Ci auguriamo che gran parte dei colleghi si astenga dal lavoro e prosegua la protesta insieme a noi. Il provvedimento si può ancora cambiare e noi abbiamo già pronta una proposta per consentire di rivedere l’intero progetto”.