di Gaetano Gorgoni
ROMA – Cesa è ancora in riunione. Ruggeri ritiene che ormai si vada da soli, Raffaele Fitto continua la partita a scacchi. È andato male l’incontro con Berlusconi: Noi con l’Italia ha abbassato la posta a una forbice che va dai 25 ai 22 collegi uninominali (erano partiti da una proposta di 40 collegi), ma bisogna passare un’altra volta il vaglio di Salvini. Eppure, il leader maximo di Forza Italia ci tiene a Cesa, inoltre gli servono i voti della quarta gamba per puntare al 40 per cento. Ma il leader della Lega vuole abbassare il costo dell’alleanza ancora di più. La diffidenza avanza perché qualcuno sospetta che i leghisti vogliano dare il benservito ai big di Noi con L’Italia tirandoli avanti fino all’ultimo momento per poi costringerli ad accettare 13 soli collegi, che a stento bastano per i numerosi leader nazionali che contiene questo partito. Un disastro dal quale Fitto vuole venire fuori con le giuste garanzie. È una partita a scacchi in cui non ci si può fidare di nessuno.
“Allo stato attuale corriamo da soli”- ripete da ieri il senatore Ruggeri (oggi assessore di Emiliano). “Per l’Udc pugliese non sarebbe male la corsa solitaria: si tirerebbe fuori dall’impiccio di essere su due fronti troppo diversi sul piano nazionale, ma a noi non conviene” – spiegano alcuni fittiani. Intanto, Fitto va a Porta a Porta per spiegare le sue ragioni, mentre spera che la sua offerta venga accolta. Non c’è più tempo: entro domenica l’accordo sui collegi dovrà essere chiuso, perché dovranno essere presentati i simboli.