SAN FOCA (Lecce) – Nuove tensioni davanti al cantiere della Tap, a San Foca. Alle prime ore del giorno, infatti, circa una cinquantina di attivisti No Tap, tra i quali anche appartenenti all’area antagonista, hanno dato vita ad una fitta sassaiola contro i mezzi delle forze di polizia nonché quelli dell’Alma Roma (istituto di vigilanza incaricato di sorvegliare l’area del cantiere), causando il danneggiamento delle pattuglie e della torre faro.
Tutto è accaduto attorno alle 6.45 del mattino, quando gli attivisti avrebbero tentato di bloccare l’ingresso dei mezzi all’interno del cantiere, scagliando contro gli stessi grossi massi e pietre che, fortunatamente, non avrebbero causato alcun ferito tra le forze dell’ordine, ma soltanto il danneggiamento dei mezzi della polizia e dell’istituto di vigilanza, che si stavano avvicinando all’area cantiere per il cambio della guardia.
Lungo il percorso – spiega la Questura di Lecce in una nota stampa – sarebbero stati disseminati chiodi a tre punte e grossi massi provenienti dai vicini muretti a secco, per impedire il transito di mezzi ed operai al lavoro per costruire il gasdotto. Giunti nei pressi del recinto, poi, sarebbe partita la sassaiola contro i mezzi della polizia e dell’Alma Roma.
Tale azione violenta, oltre a non consentire la movimentazione delle maestranze, ha anche ritardato il cambio delle pattuglie dell’Alma Roma e delle Forze di Polizia che, peraltro, sarebbero state “sequestrate” all’interno del cantiere stesso, dal momento che tutte le strade erano – come detto – inaccessibili per la presenza sulla sede stradale di chiodi e sassi. Gli invesstigatori sono al lavoro per identificare i responsabili, che verranno inevitabilmente denunciati.
Dal canto loro, tuttavia, gli attivisti No Tap parlano di “violenza inaudita” da parte delle forze di polizia. “Oggi – scrivono in un post su Facebook – la polizia si è macchiata di omissione di soccorso dopo aver strattonato, calpestato e buttato a terra una nostra solidale, una mamma che era lì a difendere la propria terra. Ma non solo: un altro attivista ha preso manganellate in testa, subendo ferite lacero-contuse che necessitano di punti di sutura”.
A dire degli attivisti, “quando i manifestanti sono rientrati al presidio “la Peppina” per proseguire la colazione condivisa, quei pochi che erano rimasti vicino ai cancelli sono stati aggrediti da una reazione oltremodo scomposta, che non fa altro che confermare il fatto che le forze dell’ordine sono totalmente al servizio di Tap. Una mamma, una donna che difende la sua terra, è stata malmenata, buttata a terra e calpestata dalle forze dell’ordine, fino al punto di farla svenire! Ma non basta questo: una volta a terra, quando altri attivisti hanno cercato di soccorrerla, i poliziotti lo hanno impedito utilizzando ancora più violenza, manganellando la gente e trascinando per terra, prendendola per piedi, la donna svenuta. E la dottoressa, che era presente all’interno del cantiere, si è rifiutata di uscire a soccorrere la donna e di chiamare il 118, che è stato allertato immediatamente dagli attivisti e ha trasportato la donna in ospedale in codice giallo. Nel cercare di soccorrere una donna – aggiungono – un uomo ha ricevuto mangannellate in testa, che hanno causato ferite lacero contuse e necessità di punti di sutura”.
(foto da profilo Facebook Movimento No Tap)