di Francesco Oliva
POGGIARDO-MAGLIE (Lecce) – Auto rubate immatricolate in Italia e poi rivendute ad ignari acquirenti. Un giro di mezzi piazzati sul mercato legale dopo una serie di presunti magheggi. In sei sono ora finiti sotto inchiesta. Nell’avviso di conclusione, a firma del sostituto procuratore Maria Rosaria Micucci, compaiono i nomi degli indagati: Domenico Cezza, 49 anni, di Poggiardo; la moglie Immacolata Merico, 44 anni, di Poggiardo; Pantaleo Martano, 53 anni, di Melendugno; Giovanni Martina, 48 anni, di Poggiardo; Graziano Maggio, 40, di Sanarica; Medico Fiorentino, 39, di Poggiardo. Gli indagati rispondono di truffa aggravata e riciclaggio.
L’indagine è stata avviata dopo la denunce delle presunte vittime che hanno consentito agli ufficiali di pg della sezione dei carabinieri di far emergere un presunto giro di auto di provenienza illecita e poi riacquistate tra settembre 2016 e febbraio 2017. La tecnica era abbastanza consolidata. Gli indagati si sarebbero adoperati per nazionalizzare i mezzi (solitamente oggetto di furto in Campania) con documentazione irregolare e successivamente immatricolati in Italia per poi rivenderli grazie anche alla complicità di chi era addetto al passaggio di proprietà. L’escamotage avrebbe consentito di intascare consistenti somme di denaro con un grave danno per l’acquirente. E’ successo, infatti, in alcuni casi che l’auto venisse sequestrata dopo l’acquisito e riconsegnata al legittimo proprietario.
Ci sono anche alcuni episodi in cui sarebbe stata truffata una concessionaria del Basso Salento. E’ relativa alla vendita di tre auto di provenienza estera per un importo complessivo di 40mila euro: una Fiat 500, una Mini Countryman e una Ford Kuga. Alcuni dei sei indagati (tra cui Cezza e la moglie Merico) avrebbero ottenuto un acconto di 20mila euro all’atto della consegna delle prima due vetture risultate difformi per caratteristiche tecniche e oggetto di furto. Tali mezzi, subito dopo la restituzione della concessionaria, sarebbero state nazionalizzate in Italia utilizzando la documentazione di altre vetture di provenienza estera.
Per restituire il denaro anticipato dalla concessionaria Cezza e la moglie avrebbero consegnato assegni postali e bancari risultati scoperti o comunque irregolari. Il nome di Cezza non è nuovo a inchieste giudiziarie. Nel giugno del 2013 venne arrestato nell’ambito di un’operazione condotta dalla Guardia di Finanza di Napoli che smantellò una presunta organizzazione accusata di falsificare e vendere banconote in tutta Italia. Da questa vicenda, Cezza è stato assolto.
Gli indagati sono difesi dagli avvocati Dimitry Conte, Umberto Leo e Roberto Pascariello. Le persone offese, residenti a Salve, Castrignano del Capo, Castrignano dei Greci, Supersano, sono rappresentate dagli avvocati Rosario Giannaccari e Gianvito Lillo, quest’ultimo del Foro di Brindisi.