LECCE – “Quello che per Salvemini è un “patto per la città” per tutti i leccesi è un grossolano accordo di potere”. Così l’ex sindaco e consigliere comunale Paolo Perrone critica il cosiddetto “patto per la città” sottoscritto dal sindaco Carlo Salvemini con i consiglieri Calò, Gigante e Finamore, utile a scongiurare gli effetti dell’anatra zoppa. “Oggi, senza particolari sforzi di etichettatura, come il Sindaco ci ha provocatoriamente invitato a fare, il “patto per la città” appare a tutti un modo per “guarire” l’anatra zoppa e restare attaccato alla poltrona, come era un modo per arrivarci la convergenza con Delli Noci al ballottaggio. Ieri Salvemini faceva miseri compromessi con un candidato Sindaco presentatosi alla città come equidistante e diverso dai due schieramenti, oggi li fa con tre consiglieri eletti nel centrodestra. Al di là dei suoi ragionamenti ipocriti e delle finzioni sceniche, la sostanza non cambia. Tramonta così definitivamente la figura di un Carlo Salvemini tutto d’un pezzo, coerente sino in fondo e insofferente ai compromessi. Anche i suoi elettori più affezionati dovranno ricredersi, anche perché non avrebbero mai pensato di alimentare con il proprio voto un Sindaco in sella grazie ai fuoriusciti dal centrodestra. Evidentemente aver sbeffeggiato per anni le pratiche di autoconservazione non gli è bastato per scegliere oggi, con decenza, di rinunciarvi. Come dovranno ricredersi gli elettori di centrodestra che la prossima volta saranno più attenti a coloro i quali affideranno la propria fiducia. Credo, in ogni caso, – continua Paolo Perrone – che Lecce e i leccesi non meritino questo governicchio trasformista e degli equivoci. Peraltro, pur volendo sorvolare su ragionamenti di opportunità e di etica politica, le prospettive concrete sono inquietanti. La coalizione di Salvemini – maggioranza illegittima prima, minoranza legittima poi, maggioranza artificiosa adesso – si regge su un vantaggio di due soli voti. Hanno governato otto mesi con la forza dei numeri, senza ottenere alcun risultato per la città, non vedo oggi cosa potranno combinare di buono con questo esiguo margine in aula e dopo aver accomodato l’anatra zoppa con un patto non ideale, ma di interessi, non certo quelli dei leccesi”.
Sulla questione interviene anche il coordinatore provinciale di Forza Italia, Paride Mazzota: “I rumors che circolavano nelle ultime settimane sono stati confermati: tre consiglieri eletti nelle file del centrodestra ora firmano un patto di ferro con il sindaco Carlo Salvemini e vanno a fare da stampella al suo governo cittadino. Con la sottoscrizione del “Patto per la Città” questi consiglieri hanno scritto una brutta pagina di politica per il centrodestra leccese. Che cosa racconteranno agli elettori che li hanno scelti per la loro appartenenza alla coalizione di centrodestra e votati in base ad un programma elettorale che non è già più quello? E poco o nulla c’è da dire anche rispetto al centrosinistra che sbandierava la propria volontà di essere legittimato a governare solo dal consenso elettorale ma che adesso per restare a galla ha dovuto procedere con la “campagna acquisti” di primavera tra i banchi dell’opposizione. Personalmente mi auguro che il centrodestra ora possa ripartire da basi più solide, scevre da ulteriori eventuali trasformismi, e con ritrovato slancio”.
“E alla fine la vera natura del Sindaco Carlo Salvemini (e non solo) venne a galla.” Dichiara Cristian Sturdà coordinatore cittadino di Forza Italia. “Il Primo Cittadino e la sua Giunta hanno ritrovato i numeri necessari per governare anche in Consiglio ancora una volta fregandosene dell’indirizzo dettato dagli elettori, unici veri artefici di un mandato elettorale. Tre consiglieri che fino a poche ore fa giuravano lealtà al gruppo di appartenenza – e grazie al quale oggi possono fregiarsi dell’appellativo di ‘Consigliere’ – hanno di fatto voltato le spalle ai loro colleghi, ai loro alleati in campagna elettorale e soprattutto ai loro elettori. Ora tutto si spiega: altre che firma mancanti per improvvisi viaggi all’estero! Nascendosi dietro al dito del “Patto per la Città”, Carlo Salvemini predica trasparenza e rispetto per gli elettori, ma la realtà dei fatti parla di un Sindaco che ha provato, riuscendoci, a fare di tutto pur di non mollare quella poltrona. Un comportamento che tradisce il suo vero essere. Manovre di vero e proprio calciomercato (nulla di più becero in politica) che alla fine sconfessano il voto espresso dai cittadini leccesi e persino il verdetto del Consiglio di Stato che ha consegnato alla Giunta Salvemini-Delli Noci un’anatra zoppa, ma guarita con mistiche operazioni di ‘cure alternative’. Gli elettori puniranno questi tradimenti: Forza Italia era convinta, e tale resta, dell’assoluto NO all’inciucio, perché di questo di si tratta. Si poteva ridiscutere il programma, le linee programmatiche, il bilancio, in linea con il responso elettorale. Questo ci è stato negato. Si è preferito restare fermi sulle proprie posizioni, ma con un salto della quaglia degno della migliore vecchia, squallida, politica.”
L’intervento di Federica De Benedetto, consigliera comunale di Forza Italia: Il “Patto per la Città” appena annunciato da Carlo Salvemini mi suscita alcune riflessioni. Il Sindaco Salvemini al primo turno ha preso il 28.90%. Al secondo turno venne eletto con il 54.76% grazie all’alleanza con un ex Assessore di centrodestra. Oggi, grazie all’accordo con tre consiglieri eletti nella squadra del centrodestra, chiede di sopravvivere fino al 2020 per andare alle elezioni assieme alle regionali. Personalmente, resto dove i miei elettori mi hanno eletta: all’opposizione di questa Giunta.
L’intervento di Antonio Gabellone, Coordinatore Provinciale Direzione Italia:”Sì è compiuto il RIBALTONE.Dopo un accurato tentativo di mimetizzarlo attraverso l’interesse x la città si svela in tutta la sua essenza tradendo la volontà popolare!Un disegno che non è frutto delle scelte delle ultime ore ma il lavorio del Sindaco che già al momento della scelta di non dimettersi aveva in cassaforte un accordo siglato lontano da Lecce Il centrodestra ora deve prendere le distanze in maniera compatta dalle modalità dai contenuti e da coloro i quali hanno consentito di tradire il mandato ricevuto dai leccesi.”
L’intervento del segretario cittadino di Fratelli d’Italia, Antonio Mazzota: “Lo chiamano “patto per Lecce” ma è il “piatto per Lecce” abilmente servito da chef di alto rango capaci di rendere gradevoli anche gli intrugli peggiori. Perché di questo stiamo parlando. Del peggior intruglio della storia di Lecce i cui responsabili sono sotto gli occhi di tutti. I voti a Salvemini sono da considerarsi un atto di ostilità a freddo e di sfida da parte di chi, eletto riconoscendosi in un programma ben definito e chiaro, da un lato rompe ufficialmente quella unità del centrodestra con cui essi stessi sono stati eletti e dall’altro smaschera l’ambiguo progetto per un governo della città frutto di strane alchimie ed accordi fatti sottobanco, traditori della volontà degli elettori, al solo scopo di mantenere una poltrona la cui seduta sarà sempre più calda. A questi signori dell’inciucio, a queste dame che non conoscono il vincolo di mandato di cui noi siamo sempre stati forti promulgatori, FDI promette una forte e decisa opposizione e ricorda che, quando non si è d’accordo con un programma per il quale si è stati eletti, la cosa più dignitosa da farsi è “dimettersi” e non quella di cambiare casacca.”
“A stupire non è solo l’inversione ad U rispetto al Salvemini-pensiero di questi anni, ma che lui stesso sia stato artefice di una trama che rischia di soffocarlo trasformando questo “Patto per Lecce” da accordo innaturale a clamorosa vittoria pirrica.
Viene definito un gesto di responsabilità o addirittura atto di buona politica, al di là degli arditi tentativi di imbellettamento, ma in realtà non è altro che un banalissimo ‘compromesso vecchio stampo’ per favorire con stenti un governo cittadino che non ha maggioranza né nel Palazzo né in città”. Così Erio Congedo, consigliere regionale Fratelli d’Italia Puglia