F.Oli.
SALVE (Lecce) – Due indagati per la morte di Ionica Grigoras, la 35enne di origini rumene, deceduta giovedì mattina in casa dopo essere stata dimessa dall’ospedale di Tricase con una terapia antibiotica. Il sostituto procuratore Paola Guglielmi ha iscritto nel registro degli indagati (come atto dovuto in vista degli accertamenti) i nomi del medico del pronto soccorso dell’ospedale “Panico” che ha visitato la donna e il medico di famiglia. L’ipotesi di reato è di omicidio colposo in concorso. Nei prossimi giorni il magistrato conferirà l’incarico al medico legale Alberto Tortorella di eseguire l’autopsia sul corpo della donna trattenuto presso la camera mortuaria del “Vito Fazzi”.
MALORE AL MERCATO
Secondo quanto ricostruito, nella giornata di mercoledì la donna accusò un malore nell’area mercatale del paese. Prontamente soccorsa fu trasportata in ambulanza presso il pronto soccorso dell’ospedale di Tricase dove la donna è stata sottoposta ad una serie di esami medici. Nel pomeriggio stesso la 35enne fu dimessa con una cura antibiotica da seguire una volta rientrata a casa. Le condizioni di Ionica Grigoras, però, continuarono a peggiorare. Una volta rientrata in casa di un’anziana signora in cui la 35enne svolgeva l’attività di badante, la donna rimase sempre a letto senza ai alzarsi. Giovedì mattina venne richiesto un consulto del medico curante che avrebbe consigliato di proseguire nella terapia antibiotica.
DECESSO IN CASA
Quella stessa mattina si consumò la tragedia. La donna chiese di essere accompagnata in bagno ma una volta entrata cadde per terra colta da un malore che non le lasciò scampo. A nulla servirono i tentativi di salvarle la vita. Sul posto arrivarono i carabinieri della stazione di Salve. I militari, guidati dal maresciallo Tersiglio Zezza, raccolsero le dichiarazioni dei testimoni e acquisirono tutti gli esami medici effettuati in ospedale dalla donna per poi inviare l’intero carteggio in Procura. Ovviamente saranno gli accertamenti della Magistratura ad appurare se il decesso della donna si debba ritenere l’ennesimo caso di malasanità.