di Gaetano Gorgoni
BARI – Cosa ne sarà del Pd, mentre si scatenano le guerre perfino sui canoni non pagati delle sedi storiche leccesi? Basterà un congresso a rialzarsi dopo le macerie lasciate dal leaderismo renziano? Intanto, le elezioni regionali si avvicinano. A livello nazionale i protagonisti in ascesa sono altri (M5S e Lega) e nel Pd si comincia a parlare di nuove scissioni e del cambiamento del nome al partito. In Puglia il centrosinistra ha vinto per 15 anni consecutivi perché i suoi principali esponenti sono scesi compatti in campo mentre il centrodestra si divideva. Molte cose sono cambiate però. Nello stesso Pd è in corso la notte dei lunghi coltelli tra renziani e avversari: Emiliano è considerato un nemico per i primi. Anche a sinistra del Pd il governatore pugliese sta scatenando i mal di pancia.
Così, mentre Michele Emiliano costruisce nuove alleanze anche con personaggi storici del centrodestra, alcuni esponenti della sinistra radicale provano a convincere la coalizione che si può puntare su Michele Laforgia (candidato di LEU) nella prossima corsa alla presidenza della Regione Puglia. Tra i tentativi c’è da registrare quello di alcuni esponenti del centrosinistra, che vorrebbero giocarsi nuovamente la carta della corsa di Dario Stefano alla presidenza della Regione Puglia. Insomma, a sinistra in molti vogliono rottamare il presidente in carica, evitando il bis e mettendo in campo un volto che possa unire il centro e la sinistra più vendoliana. “Bisogna capire cosa farà il Pd. Per il resto, anche l’ipotesi di Vendola in campo sarebbe una minestra riscaldata: farà lo sbaglio di D’Alema e della Poli? Quando si finisce, si finisce” – riflette un esponente di lungo corso della coalizione che ha sostenuto Emiliano.