Dopo l’attacco frontale della Cgil, ancora attacchi a mezzo stampa per la ditta Tundo. Questa volta la protesta parte dalle ditte subappaltatrici, che ricostruiscono la loro vicenda: “E’trascorso ormai più di un anno dal giorno in cui la Ditta Antonazzo Cosimo e Nicolì Andrea, in qualità di mandanti dell’ATI costituita per l’aggiudicazione dell’appalto con cui l’ASL di Lecce nel 2010 ha affidato il servizio di ‘Trasporto su strada dei diversamente abili dai rispettivi domicili alle sedi dei Servizi Riabilitativi di riferimento dell’ASL di Lecce e ritorno’, hanno denunciato all’ASL di Lecce, in qualità di stazione appaltante, la grave situazione economica in cui la capogruppo dell’ATI, Tundo Vincenzo SpA, le aveva condotte atteso che da tempo non percepivano dalla capogruppo il pagamento del corrispettivo delle loro fatture mensili emesse nei confronti della Tundo Vincenzo SpA, in forza del mandato con rappresentanza speciale conferitole dalle singole mandanti in fase di costituzione dell’ATI per l’espletamento del servizio oggetto d’appalto regolarmente eseguito nei rispettivi distretti di competenza territoriale. Ed infatti, nonostante l’ASL di Lecce, come da contratto di appalto, avesse pagato puntualmente alla Tundo Vincenzo SpA le fatture mensili, quest’ultima non provvedeva però a ripartire, pro quota, quanto dovuto alle singole mandanti, trattenendosi ingiustificatamente somme altrui. Tale situazione, successivamente alla suddetta denuncia, sembrava essere migliorata. La Tundo Vincenzo SpA, infatti, corrispose in un’unica soluzione un acconto sugli arretrati ma subito dopo dispose un esonero dal servizio diretto nei confronti di tutte le mandanti dell’ATI adducendo che le stesse fossero prive dei requisiti di legge richiesti dall’appalto per l’espletamento del servizio.
Tale esonero, iniziato nell’agosto del 2017, fu immediatamente contestato dalle mandanti, per il tramite dei propri legali, e di tale comportamento fu tempestivamente allertata l’ASL di Lecce che, in qualità di stazione appaltante, intervenne prontamente attraverso un incontro interlocutorio con le dirette interessate e un’adeguata indagine sull’effettivo possesso o meno dei requisiti contestati dalla Tundo Vincenzo SpA. A distanza di 5 mesi, in cui la Ditta Antonazzo Cosimo e Nicolì Andrea, nello specifico, non hanno potuto eseguire il proprio servizio, e all’esito della verifica da parte dell’ASL di Lecce del possesso dei requisiti di legge in capo alle mandanti, la Tundo Vincenzo SpA ha dovuto revocare l’illegittimo esonero disposto con proprio ordine e far rientrare in servizio le mandanti con decorrenza 01.01.2018. Nonostante la vittoria ottenuta dalle mandanti rispetto all’esonero dal servizio, ad oggi la Ditta Antonazzo Cosimo e Nicolì Andrea si vedono ancora private del proprio corrispettivo economico per il servizio che quotidianamente rendono in favore dell’ASL di Lecce.Ed infatti, la Tundo Vincenzo SpA, continua a percepire regolarmente il pagamento dell’appalto dall’ASL di Lecce ma non corrisponde le quote mensili dovute nello specifico alla Ditta Antonazzo Cosimo e Nicolì Andrea che avanzano ad oggi dalla capogruppo mensilità arretrate ante esonero dal servizio, mensilità correnti decorrenti dal 01.01.2018, per non parlare delle quote mensili dovute all’adeguamento ISTAT che la capogruppo aveva richiesto e ottenuto sul prezzo d’appalto dall’ASL di Lecce per gli anni 2012-2013, 2013-2014 e 2014-2015 e le relative differenze retributive calcolate sul nuovo prezzo d’appalto risultante dall’ultimo adeguamento ISTAT. Non solo infatti, la Tundo Vincenzo SpA aveva omesso di informare le mandanti di aver ottenuto tale adeguamento ma, anche, a seguito dell’avvenuta conoscenza legale da parte delle Ditte Antonazzo Cosimo e Nicolì Andrea, per mezzo dell’istanza di accesso agli atti rivolta dal loro legale, Avv. Marta Maria D’Ostuni, all’ASL di Lecce, e delle successive richieste rivolte alla capogruppo con diffide ad adempiere a firma dello stesso legale, nonostante il riconoscimento del debito da parte della stessa Tundo e l’invana promessa di adempiere ai propri doveri contrattuali, quest’ultima ad oggi non ha ancora corrisposto alcunché alle aventi diritto.
L’inadempimento contrattuale della Tundo Vincenzo SpA persiste nonostante la Ditta Antonazzo Cosimo, per prima, abbia ottenuto, per il tramite dell’Avv. Marta Maria D’Ostuni, un decreto ingiuntivo emesso dal Tribunale di Lecce e regolarmente notificato alla capogruppo per il pagamento di tutte le somme da quest’ultima dovute in forza dell’appalto in questione sino a marzo 2018. Lo stesso provvederà a fare la Ditta Nicolì non appena il Giudice adito emetterà il decreto ingiuntivo per le somme richieste con ricorso monitorio depositato presso il Tribunale di Lecce. Tale situazione sta esponendo ingiustificatamente e ormai da troppo tempo le ditte Antonazzo e Nicolì ad un grave pregiudizio economico, atteso che le stesse continuano ad eseguire il proprio servizio per ottemperare regolarmente all’appalto e non venir meno ai propri obblighi contrattuali nei confronti dell’ASL di Lecce, senza però essere retribuiti per il lavoro reso ed intanto i costi aziendali a cui far fronte quotidianamente aumentano sino a diventare quasi insostenibili. La stessa ASL di Lecce è stata sempre resa edotta dell’evolversi della situazione e sin da subito ha dimostrato interesse concreto difronte alle evidenti difficoltà delle singole mandanti, tant’è che proprio nei giorni scorsi ha provveduto a comunicare a tutte le associate ATI la propria intenzione di indire una nuova gara per l’affidamento dell’appalto di cui trattasi e sta procedendo alle opportune verifiche su ciascuna ditta al fine di permetterne o meno la partecipazione.
Le ditte in questione auspicano che l’ASL di Lecce possa valutare la possibilità di modificare radicalmente la gestione dell’appalto in questione magari attraverso una lottizzazione funzionale dello stesso affinchè l’aggiudicazione e il consequenziale espletamento del servizio possa ricadere anche in capo a singole Ditte di modeste dimensioni individuate per l’ambito territoriale di propria competenza, evitando, così, di doversi assolutamente costituire in ATI per potervi partecipare e concentrare tutto il potere economico in mano ad un’unica società, attesa l’esperienza negativa appena denunciata. Tanto è infatti previsto anche dalla normativa di settore come di recente modificata dal legislatore al fine di agevolare l’ingresso negli appalti pubblici delle piccole e medie imprese (art. 51 Codice degli appalti). Nelle more, il decreto ingiuntivo ottenuto dalla Ditta Antonazzo è divenuto definitivamente esecutivo e si procederà con tutte le azioni legali che saranno ritenute necessarie dall’Avv. Marta Maria D’Ostuni per recuperare il quantum dovuto. Altrettanto sarà fatto per la Ditta Nicolì non appena il Giudice emetterà il decreto ingiuntivo già richiesto, oltre a tutelare le posizioni di entrambe le Ditte in tutte le altre sedi giudiziarie”.
La risposta alle accuse da parte della ditta Tundo è breve e cortese: “In merito a quanto asserito a mezzo stampa dalle ditte Antonazzo e Nicolì su Appalto Asl/Le del 2010, l’azienda Tundo Vincenzo Spa intende precisare che le aziende coinvolte nell’appalto in questione sono dieci. Otto di queste risultano regolarmente pagate. Solo per due di loro si è proceduto al congelamento delle somme a causa di una verifica di carattere amministrativo, fatto di cui le aziende sono pienamente al corrente. Pertanto si tratta di una situazione momentanea su cui si sta lavorando. La nostra azienda resta, come ha sempre fatto, disponibile al dialogo e a qualsiasi ulteriore chiarimento”.