LECCE – “Dopo che il dirigente competente aveva specificato formalmente che agli atti del Comune non esisteva nessuna documentazione inerente l’iniziativa in questione sono emersi oggi altri sconcertanti particolari”. Così i consiglieri Andrea Guido e Alberto Russi che attendono ancora delucidazioni e chiarimenti ufficiali sul progetto Lecce Città Chiesa promosso dall’assessore Paolo Foresio.
“Come già abbiamo denunciato la scorsa settimana con il nostro precedente comunicato – aggiungono nella nota – possiamo confermare che non è presente agli atti nessuna traccia di prenotazioni o impegni di spesa per l’annunciato finanziamento da parte del Comune in favore dei parroci; nessuna traccia dell’ipotetica convenzione con l’associazione di guide; nessuna traccia di atti inerenti il materiale informativo con tanto di logo della Città che è stato stampato e diffuso senza alcuna autorizzazione; nessuna traccia di alcun protocollo d’intesa con la curia ma anche, ed oggi ne abbiamo conferma, nessuna traccia di patrocinio dell’Amministrazione concesso all’iniziativa. Non riusciamo a capire, quindi, su cosa l’assessore Foresio abbia dovuto “lavorare a lungo per raggiungere l’obiettivo”, così come ha dichiarato a mezzo stampa lo scorso giugno.
Alla faccia della trasparenza e delle pari opportunità che dovrebbero essere garantite a tutti nella partecipazione alle iniziative pubbliche!
Alla faccia dei proclami e degli annunci roboanti che hanno caratterizzato finora ogni aspetto della comunicazione istituzionale di questa amministrazione e tutte le fasi della campagna elettorale che è preceduta.
Avremmo tanto voluto conoscere il criterio adottato dall’assessore Foresio nella scelta della suddetta associazione per la realizzazione dell’iniziativa e l’affidamento del servizio (che in realtà, sulla carta, non è mai avvenuto). Ma, come già segnalato, l’assessore ha preferito non presentarsi dinanzi alla Commissione Controllo, benché convocato formalmente.
È il caso di notare, poi, che la normativa vigente permette di accedere alle convenzioni con gli Enti Pubblici solo quelle APS che risultano iscritte nell’apposito registro regionale. Nel caso dell’Associazione “The Monuments People”, titolare del servizio, non risulta, ad oggi, l’avvenuta iscrizione. Ma Foresio, questo aspetto, non l’aveva neanche considerato.
Finalmente – proseguono – abbiamo avuto copia del progetto redatto dalla citata associazione e, cosa davvero sconcertante, si nota, una stesura di un preciso e dettagliato piano economico che contempla espressamente la vendita di servizi turistici all’interno delle chiese, con appositi ticket. Tale vendita a terzi, che è riservata non alle APS ma ai soggetti fiscali qualificati, ai sensi del progetto, porta alla creazione di un monte finale da ripartire tra i partecipanti: possibilità, questa, espressamente vietata dalla legge sulle associazioni di volontariato. E’ noto, infatti, che una APS mantiene la sua componente volontaria, offrendo i propri servizi prevalentemente a favore di associati e loro familiari avvalendosi prevalentemente dell’attività di volontariato dei propri associati.
La suddetta Associazione, presenta come soci, solo 4 persone, evidenziando, tra l’altro, l’illegittimità della sua stessa costituzione in virtù del mancato requisito del numero minimo di 7 persone fisiche imposto dalla normativa vigente. Constatato il numero esiguo di soci, si comprende come si sia giunti all’inserimento nel programma “Lecce città chiesa” di altre professionalità per un numero di circa 60 ulteriori unità, scegliendo tra guide abilitate e altri operatori, senza che alcuno di essi risulti socio della stessa e, probabilmente, senza che venisse inquadrato con un contratto di collaborazione di qualunque tipo. Secondo quanto riportato in un esposto presentato nei giorni scorsi alla Guardia di Finanza e alla Procura da alcune guide turistiche leccesi escluse dall’iniziativa.
Alla luce di ciò sembrerebbe che l’assessore Foresio, con questa iniziativa – concludono l’intervento – abbia promosso e incentivato il lavoro sommerso, senza alcun rispetto per le leggi e generando una componente di evasione fiscale che meriterebbe verifiche approfondite da parte delle autorità competenti. Magari ciò è accaduto senza consapevolezza. In buona fede. Di questo ne siamo certi. Ma il risultato non cambia.
La superficialità, invece, con cui lo stesso Foresio ha ritenuto di poter gestire quanto rientra nelle sue competenze di amministratore pubblico e che sembrerebbe caratterizzare ogni sua iniziativa, invece, è imperdonabile. E dovrebbe farlo riflettere sull’opportunità di rassegnare le dimissioni dalla Giunta”.