LECCE – Lupiae e Alba Service sempre più nella bufera. Sembrano legate dallo stesso tragico destino le due partecipate, una del Comune e l’altra della Provincia. Oggi il tavolo in Prefettura non ha ammorbidito i lavoratori della Lupiae: otterranno lo stipendio di novembre e la tredicesima, ma ottobre è congelato. Qualcuno tra i lavoratori comincia a chiedere la testa di Salvemini: c’è molta rabbia. Il sindaco ha ereditato una situazione esplosiva, è vero, ma i lavoratori non gli perdonano di aver scelto la strada del concordato. Intanto, gli stipendi non ci sono ancora, ma arriveranno entro il 13 dicembre. C’è da siglare il contratto di multiservizi, ma i lavoratori non si fidano: vogliono chiarezza su quanto prenderanno, quale sarà l’inquadramento e tanto altro. Il braccio di ferro continua: sciopero fino al 7 con improvvise incursioni nel Comune. I servizi di verde pubblico, scuolabus e altro rischiano di non poter essere espletati. Un lungo inverno si intravede all’orizzonte.
IL CALVARIO ALBA SERVICE
Il 29 dicembre scadrà la cassa integrazione che è l’unico ammortizzatore sociale che tiene in vita i lavoratori di Albaservice.
La partecipata svolgeva per la Provincia di Lecce i servizi di intervento su strade e scuole: ad oggi, nonostante le convenzioni ancora in essere con l’ente provinciale, la società stenta ripartire.
“Nonostante un piano d’impresa triennale approvato in tutte le sedi istituzionali, la società è ancora al palo – riflette Alessandro Monosi, rappresentante FISASCAT Cisl Lecce –
Apprendiamo con rammarico che oggi è stato pubblicato sul l’albo pretorio della Provincia di Lecce una richiesta di affidare ad aziende esterne, un lavoro di manutenzione urgente, relativo alla pulizia del verde presso gli istituti scolastici di competenza della provincia, per un importo di circa quarantamila euro.
Mi chiedo: ma tutti gli incontri, i protocolli d’intesa ai vari livelli istituzionali siglati a cosa sono serviti se si continuano a mortificare oltre 100 famiglie?
La società è in concordato preventivo in Tribunale ed entro fine dicembre si conosceranno le sorti di tutti i dipendenti.
Facciamo un appello al presidente della provincia Stefano Minerva e lo esortiamo a rivedere immediatamente tali affidamenti che ci risultano incomprensibili.
Siamo certi che ancora una volta non si vogliano affossare le ultime esili speranze lavorative dì oltre 100 famiglie già provate da ormai 3 anni di non lavoro”.