LECCE – Una sfilata colorata e allegra per le vie di Lecce per dire ‘no’ al decreto sicurezza: si è partiti con uno spettacolo teatrale a Porta Napoli (“Cavalieri Erranti” a cura del Teatro Koreja) per poi attraversare la piazza di Palazzo Celestini, Santa Croce e fermarsi al Duomo, dove anche il vescovo ha preso la parola. Secondo gli organizzatori, i partecipanti a questa iniziativa erano circa duemila. I temi sono sempre quelli dell’accoglienza e della fratellanza, ma soprattutto spiccano le polemiche contro il decreto sicurezza, che anche secondo la Caritas è da rivedere. Davanti al presepe Teresa Bellanova, che voleva parlare della posizione del Pd sul decreto sicurezza, ma non ha entusiasmato alcuni studenti presenti e ha scatenato qualche polemica. Del resto se M5S e Lega governano insieme, secondo buona parte della sinistra, la colpa è del renzismo. Infatti, tra i rappresentanti degli studenti che erano presenti al corteo c’è chi ha giudicato poco opportuno l’intervento della parlamentare ormai fedelissima di Matteo Renzi. Tra i partecipanti c’era Ernesto Abaterusso, unico rappresentante della regione, con una nutrita rappresentanza di amministratori e militanti di Art Uno/ LeU (Gabriele Abaterusso, sindaco di Patù, Mirco Rizzo, assessore, Luigi Renna e Oronza Renna , consiglieri comunali di Trepuzzi). “Sono andato via quando ho visto prendere la parola la ex viceministro Teresa Bellanova, che per me è responsabile morale e materiale insieme al suo protettore Renzi dell’ attuale situazione di vergogna in cui si trova il nostro Paese” – dichiara il consigliere regionale di LEU.
Davanti allo striscione che invita ad essere umani anche monsignor Seccia, che nei giorni scorsi ha ricordato che anche Gesù è stato un profugo. Tra le istituzioni anche il sindaco Salvemini, la presidente del Consiglio comunale di Lecce, Paola Povero, i sindaci di Trepuzzi, Racale, di alcuni comuni della Grecìa salentina, mancava la sindaca Schito di Copertino (a casa con l’influenza), che dichiara di essere sulla stessa linea del sindaco Decaro. Don Attilio Mesagne, direttore della Caritas, ha ripetuto le parole del Papa: “Bisogna accogliere senza indugi, ma poi bisogna garantire una permanenza dignitosa. Nessuno è così pazzo da scappare dalla sua terra se sta bene. Bisogna cercare di aiutarli a casa loro, ma se questi scappano perché le condizioni sono insostenibili non possiamo chiudere le porte in faccia a chi ci chiede aiuto. La Bibbia tutela il diritto all’emigrazione: la razza umana è una a prescindere dalle etnie. La grande famiglia di Dio è una sola. Bisogna lavorare insieme, istituzioni, parrocchie e associazioni per il bene comune e il benessere sociale”. La Caritas è stata protagonista di questo corteo insieme a tante associazioni.
Anche gli studenti della Link in piazza: «Oggi noi studenti e studentesse siamo in piazza perché vogliamo stroncare il fenomeno razzista che causa morti in mare, sfruttamento, odio e idiozia, che non solo distrugge le vite dei nostri fratelli, ma anche le nostre. Vogliamo lottare per un futuro migliore per noi e per quelli che saranno i nostri figli. Non vogliamo dovercene andare né restare indifferenti. Vogliamo un’Italia critica, libera, accogliente, solidale e multietnica. La politica leghista è un astuto coacervo di menzogne: ci dicono che gli immigrati sono il primo problema in Italia, che “costoro” invaderanno il nostro paese, che sono tutti delinquenti, che non possiamo accoglierli e che, ahimè, ci rubano il lavoro. Tutto questo è assolutamente falso! Innanzitutto, l’Italia accoglie molte meno persone rispetto ad altri paesi europei, il fenomeno ha conosciuto una decrescita consistente a partire dal 2017 e, tra parentesi, questo è avvenuto prima e indipendentemente dalle disposizioni della Lega.
Gli immigrati non ci rubano niente: vengono assunti, se vengono assunti, in settori che non richiedono lavoro qualificato e ricoprono ruoli che gli italiani non vogliono ricoprire. Anche coloro che possiedono un titolo, anche elevato, a causa della nostra cattiva legislazione, non vengono considerati al pari degli italiani e ingrossano le fila del sottoproletariato, muoiono sotto il sole, vengono sfruttati come fossero attrezzi, oggetti.
È chiaro quindi che le menzogne che la Lega ci racconta, che hanno convinto l’italiano medio, derivano da due banali e pericolosissimi fattori: xenofobia e propaganda.
Il calo demografico italiano, conseguenza delle politiche tutte italiane folli nell’ambito del lavoro, della precarizzazione e della compressione dei salari, ha reso la multietnicità inevitabile, oltre che necessaria.
Ma al di là di tutto questo, la multietnicità è un valore prezioso, una fonte di arricchimento culturale immensa e un gran bene per noi. Forse lo è stata meno per loro durante la colonizzazione, forse lo è un po’ meno quando li aiutiamo a casa loro sfruttandoli, ancora oggi, e rubando le loro materie prime e condannandoli alla povertà per cui sono costretti a migrare.
La reazione da parte nostra deve essere durissima. Dobbiamo lavorare quindi su un piano informativo martellante, arginare in ogni modo questo lavaggio del cervello, mostrarci uniti contro questo governo, pronti a usare la testa ma anche la forza per difendere, appunto, il nostro paese e la nostra dignità. Nostra: di tutti e tutte noi».
Il corteo è promosso dal Coordinamento leccese contro il Decreto Sicurezza, che ha raccolto l’adesione di Link, Uds, Studenti indipendenti, Caritas, Coop.Rinascita, Rete Antirazzista, Casa della Carità, Gus, Arcigay, Philos, Arci Lecce, Missionari Comboniani, LeA, Lecce Bene Comune, Rete per la città, Una buona storia per Lecce, Lecce città pubblica, Idea per Lecce, Casa delle Donne, Insegnanti Cpia, Agedo, Cgil, Anpi, Amis Onlus, Pax Christi, Fondazione Emmanuel “Don Francesco Tarantini”, Sportello dei diritti; il sostegno dei vescovi di Nardò, Ugento, Lecce e di molti Comuni tra i quali Lecce, Caprarica, Copertino, Andrano, Trepuzzi, Leverano, l’Unione dei Comuni della Grecìa Salentina e altri amministratori che hanno dato la loro adesione e solidarietà.
Ci sono stati degli attimi di tensione quando si sono avvicinati una decina di aderenti a Gioventù Nazionale con uno striscione nella zona del Duomo, dove gli altri manifestanti avevano concluso il corteo: è intervenuta la Digos per sedare gli animi.
LA CONTROMANIFESTAZIONE
“Prima del diritto di emigrare c’è il diritto a non emigrare”: citano Benedetto XVI gli attivisti di Gioventù Nazionale, che sono scesi in piazza per la contromanifestazione. “Non si possono accogliere tutti indiscriminatamente: c’è bisogno di regole e di far rispettare la legge” – spiegano i giovani del partito guidato da Giorgia Meloni.