F.Oli.
CARMIANO (Lecce) – Avrebbe effettuato il rogito di un testamento e un atto di donazione in odor di falso relativi ad un uomo gravemente malato (nel frattempo deceduto). Il notaio Sergio Gloria, 73 anni, di Carmiano, è stato condannato a 2 anni di reclusione dai giudici d’Appello che hanno ribaltato il verdetto di non doversi procedere per intervenuta prescrizione emesso in primo grado. Nel dispositivo viene anche inserito un risarcimento del danno da quantificarsi in separata sede a una delle eredi, parte civile con l’avvocato Davide Pastore.
Il nome del notaio, difeso dall’avvocato Giancarlo Retucci, venne iscritto nel registro degli indagati con le accuse di falsità ideologica e falsità materiale commesse da pubblico ufficiale. Ma non venne ravvisata l’aggravate e l’accusa finì in prescrizione. Non nel processo d’appello ravvivato dal ricorso presentato dalla Procura e dall’avvocato di parte civile. Secondo le indagini sulla documentazione compilata il 31 marzo del 2006 in cui erano state rilasciate le volontà dell’uomo che, così come confortato dalle consulenze di parte, non era in grado di poterle esprimere perché affetto da demenza senile.
Il nome di Gloria compare nell’inchiesta sui presunti favori tra il pubblico ministero Emilio Arnesano e alcuni dirigenti dell’Asl di Lecce nell’ambito dell’atto di compravendita di una barca (stipulato il 14 luglio 2014) che Carlo Siciliano, avrebbe venduto a un prezzo inferiore a quello reale. In sede di Riesame, però, i difensori del magistrato (gli avvocati Luigi Corvaglia e Luigi Covella), avevano dimostrato che non si trattava di un atto pubblico di compravendita ma di scrittura privata autenticata che non è più previsto dalla legge come reato. E il nome del notaio non compare nel decreto di giudizio immediato in vista di una più che probabile richiesta di archiviazione che verrà avanzata dal pm potentino Veronica Calcagno.