BARI – In serata si è conclusa la trattativa tra dipendenti dei Centri per l’impiego e i funzionari della Regione Puglia. “Questa è una data importante perché siamo stati assegnati dal Dipartimento delle Politiche del Lavoro all’Arpal: siamo entusiasti perché così possiamo rafforzare i Centri per l’Impiego decimati dalla Fornero – spiega Silvio Astore, responsabile Centro per l’Impiego di Maglie e Poggiardo- L’Assessore Leo è stato un ottimo mediatore: ha difeso i nostri diritti e ha fatto ragionare i funzionari. Ci hanno riconosciuto il contratto nazionale idoneo, altrimenti i Centri per l’impiego non avrebbero potuto coprire la mole di lavoro che bisogna portare avanti. Saranno corrisposti gli arretrati ed è stato riconosciuto il contratto decentrato anche per i lavoratori provenienti dai centri per l’impiego”.
“L’attuale Amm.ne regionale attraverso i suoi più alti rappresentanti spesso rivendica la capacità di aver determinato il più basso costo del personale in Italia a fronte di una certezza, che tale comportamento ha determinato una nuova categoria di poveri: i lavoratori regionali che pur lavorando sono poveri – hanno spiegato i sindacati al tavolo delle trattative- Infatti nello sviluppare le nuove pensioni con la cosiddetta quota 100, ma anche con la cosiddetta riforma Fornero, molti lavoratori hanno avuto l’amara conferma che la loro futura pensione, dopo quasi 40 anni di lavoro, sarà molto più vicina al reddito di cittadinanza piuttosto che in linea con le altre pensioni erogate in Italia ed in Europa.
I lavoratori regionali appartenenti alle categorie A, B, C e D non titolari di Posizione Organizzative hanno registrato in questi anni una riduzione costante e rilevante delle retribuzioni, che non temono smentite perché riscontrabili dai CUD.
E’ evidente, ormai, che il piano di rientro del debito predisposto dagli Uffici regionali competenti colpisce solo ed esclusivamente questi lavoratori svuotando ancora di più le loro tasche.
E’ doveroso altresì segnalare che sono ben 15 anni che non si effettua una progressione orizzontale di carriera, ed a testimonianza della scarsa attenzione che viene riservata al personale regionale tutto, c’è la certificazione che il piano assunzionale anno 2018 riporta un solo dato mancante ‘le progressioni verticali’.
Non esiste in Italia un’Amministrazione che abbia al proprio interno lavoratori che dopo 40 anni dalla loro assunzione siano ancora sotto inquadrati, sottopagati ed utilizzati con competenze diverse da quelle di appartenenza, aspetto questo che potrebbe configurare, probabilmente, un improprio arricchimento dell’Ente Regione con una consequenziale class action da parte di un consistente numero di dipendenti regionale interessati.
A tale sconfortante situazione è da evidenziare che i piani di organizzazione Gaia e Maia che si sono susseguiti negli ultimi 20 anni hanno un unico comune denominatore, si fermano alla macro organizzazione senza mai muovere le leve della micro organizzazione che combinata alla continua e pervicace azione dei dirigenti i quali, accentrando tutte le competenze possibili su Bari stanno contribuendo alla desertificazione delle periferie costringendo inoltre l’utenza pugliese ad avere come solo ed unico punto di riferimento, sempre e soltanto Bari.
Alle periferie viene negato anche l’utilissimo beneficio del turnover obbligando tutti i nuovi assunti a svolgere la loro attività lavorativa sempre presso gli uffici regionali di Bari respingendo l’immissione di nuove e fresche energie nelle sedi periferiche.
A tale scopo è adeguato segnalare che il nuovo regolamento per l’assegnazione delle P.O. rappresenta uno step importantissimo nell’ottica di una nuova organizzazione lavorativa che inevitabilmente si incrocerà con MAIA”. I lavoratori erano pronti alle barricate, ma oggi è un nuovo giorno per i Centri per l’Impiego.