LECCE – Domani il premier Conte sarà nel Salento per firmare un accordo col CNR. In occasione della visita a Lecce per la firma di un piano di ricerca stipulato da CRN ed ENI, domenica 24 marzo 2019 il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte visiterà anche il college della Scuola Superiore ISUFI – Istituto Superiore Universitario di Formazione Interdisciplinare dell’Università del Salento, nel complesso Ecotekne (via per Monteroni, Lecce).
«Ho colto l’occasione della visita del Presidente Conte al CNR», dice il Rettore Vincenzo Zara, «per invitarlo a visitare il college ISUFI e sottoporgli alcune nostre riflessioni in merito all’accreditamento delle scuole superiori in Italia, che è in procinto di partire e che prevederà la certificazione di qualità solo per le scuole superiori autonome e quindi non per la nostra o per le altre con lo stesso status. La nostra Scuola ISUFI forma da anni giovani eccellenze nelle aree delle scienze umane, sociali e naturali e risponde pienamente ai requisiti di qualità recentemente elaborati dall’ANVUR».
Dopo una fase di sperimentazione avviata con la sottoscrizione, il 3 agosto 1998, di un Accordo di Programma quinquennale firmato dall’allora Rettore dell’Università degli studi di Lecce Angelo Rizzo e il MUSRT, la Scuola Superiore ISUFI è stata istituzionalizzata all’interno dell’Ateneo salentino.
L’offerta formativa della Scuola ha l’obiettivo di valorizzare la qualità dell’offerta didattica dell’Università del Salento e favorire lo sviluppo delle conoscenze scientifiche, il riconoscimento del merito e lo sviluppo di attività di alta formazione con caratteri di interdisciplinarità, internazionalità e collegialità.
La Scuola seleziona giovani talenti italiani e stranieri esclusivamente in base al merito e offre loro una formazione di eccellenza a integrazione e completamento degli ordinari corsi universitari. Gli studenti ammessi alla Scuola sono già iscritti ai corsi di laurea e di laurea magistrale attivati presso l’Università del Salento e devono rispettare rigorosi requisiti di merito. Contemporaneamente devono partecipare alle attività formative specifiche di alta formazione organizzate per loro dalla Scuola, compresi due lettorati di lingue, colloqui, seminari e cicli di conferenze di carattere disciplinare e interdisciplinare, per un totale di 250 ore annue. Devono inoltre svolgere almeno un semestre di studi all’estero.
Le attività dell’ISUFI si svolgono presso il college che sorge all’interno del campus Ecotekne e comprende alloggi per gli studenti, con cucine e aree comuni, lavanderia, palestra, biblioteca, alloggi per ospitare docenti e studiosi stranieri, aule e postazioni di studio, biblioteca, studi per docenti e lettori e laboratori didattici.
Gli studenti vivono l’esperienza della collegialità, studiano assieme e condividono il tempo libero, costituendo così una comunità nella quale circolano e si sommano conoscenze acquisite, stimoli culturali e motivazioni.
Attualmente il college ospita circa 80 studenti, tra iscritti ai corsi ordinari degli studi triennali, magistrali e dottorali.
LE PROTESTE DEI NO TAP
Ma già esplode la protesta dei NO TAP, che non hanno ancora digerito la resa del governo al gasdotto. Anche altre associazioni promettono proteste domani. “Al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e alla Ministra per il Sud, Barbara Lezzi, in visita a Lecce domenica e lunedì prossimi, il Movimento Culturale ‘Valori e Rinnovamento’ dice : ‘Ci avete tradito. State facendo scempio del nostro meraviglioso Salento violentando l’ecosistema marino e terrestre e molto probabilmente il rispetto di alcune leggi. Tap è un’opera inutile, dannosa e pericolosa.
Salviamo il salvabile non solo nel rispetto della vocazione turistica del nostro territorio, ma anche al fine di consentire alle future generazioni di godere delle bellezze paesaggistiche e di elevata qualità della vita, nonché degli aspetti culturali e identitari del territorio salentino. Perciò chiediamo subito stop ai lavori”.
LE PROTESTE DEGLI STUDENTI
Il coordinamento Link bolla tutto come una passerella e parte all’attacco con un comunicato che vi proponiamo integralmente:
“Domenica 24 marzo il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte sarà a Lecce, presso la scuola superiore Isufi, per partecipare alla presentazione di un progetto di collaborazione tra il Consiglio Nazionale delle Ricerche e il gruppo Eni. L’incontro ha tutta l’aria di configurarsi come l’ennesimo evento passerella organizzato dalla nostra Università, dacché non solo non è previsto, nonostante sia stato richiesto da noi più volte, alcuno spazio di confronto tra il Premier e gli studenti né con tutta la componente accademica non facente parte della Scuola d’eccellenza, ma all’unico studente, rigorosamente isufino, a cui sarà concessa udienza, sono stati permessi solo tre minuti di intervento. Risulta chiara l’assenza di qualsiasi forma di confronto con il Presidente, né tramite domande, dato che la giornata è stata strutturata in modo tale che non vengano creati dibattiti, né tantomeno all’esterno, giacché tutto il plesso del Campus Universitario Ecotekne sarà blindato.
«In primo luogo ci risulta difficile comprendere come la quarta carica dello stato riservi la propria visita solo all’Isufi – dichiara Francesco Gravili, rappresentante degli studenti in Senato Accademico – Invitiamo, invece, il Presidente a visitare le diverse strutture dell’Unisalento, alcune delle quali versano in condizioni critiche da ormai troppo tempo – ricordiamo l’Ex collegio Fiorini, in cui non meno di un anno fa, si è verificato il crollo del controsoffitto in alcuni corridoi dove quotidianamente passano studenti»
Ai rappresentanti degli studenti negli organi centrali, rappresentativi non solo degli studenti Isufi ma di tutta la comunità studentesca, è stata richiesta la presenza, ma non avranno diritto di parola: essi, come quasi tutti gli invitati, potranno semplicemente assistere a una cerimonia ipocrita col solo permesso di battere le mani e “far numero” all’interno di questa cornice.
Ad accogliere il Presidente del Consiglio ci saranno, pare, anche il Ministro per il Sud Barbara Lezzi e il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano nonché tutti i vertici Unisalento ma non il Direttore della scuola, dal momento che la carica risulta vacante da inizio anno. Ciò a causa dell’incapacità del Rettore Vincenzo Zara di individuare una figura che permetta una forte convergenza di voti all’interno del Senato Accademico, organo preposto alla nomina del Direttore della Scuola. Ciò sarà possibile solo se il nuovo Direttore si presenterà con un programma di rilancio del Collegio davvero innovativo, che non veda la scuola come un semplice serbatoio di risorse per i progetti di ricerca dei docenti, ma che metta al centro della propria agenda politica gli studenti.
«Come associazione, inoltre, contestiamo fortemente la scelta intrinseca di invitare l’attuale Presidente, leader di un Governo che fino ad ora si è rivelato uno dei peggiori della nostra storia, un Governo che ha varato leggi repressive che non tengono conto della realtà effettiva dell’universo geopolitico contemporaneo, leggi che diffonderanno ulteriormente la criminalità, nonché odio, razzismo e disuguaglianze – dichiara Rosanna Carrieri, rappresentante degli studenti in Senato Accademico – Un Governo che ha ulteriormente minato la stabilità del sistema dell’istruzione con nuovi tagli e un drastico peggioramento della condizione dei ricercatori». Risulta paradossale, infatti, che ancora una volta, dopo il recente evento che ha visto come ospite il Senatore del M5S M. Turco, proprio in un Ateneo del Sud si svolga un evento che legittima un Governo che tramite la sua Legge di Bilancio perpetua il danneggiamento del Meridione, in piena linea con i governi precedenti, tramite una politica premiale che si riduce nel puntuale ed esclusivo sostegno ai cosiddetti Atenei “virtuosi” del Nord. Possiamo dirci delusi e amareggiati di doverci nuovamente dissociare dalle politiche adottate dall’Università che dovrebbe rappresentarci, ma che invece puntualmente si rivela complice di un sistema che intacca, tra l’altro, le sue stesse basi. Continueremo ad opporci pubblicamente ad ogni evento o atto escludente e ipocrita nei metodi, riprovevole e disdicevole nei contenuti”.
Le considerazioni di Studenti Indipendenti-UdU Lecce: “Il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte domenica mattina sarà a Lecce, precisamente presso l’Istituto di Nanotecnologie nel campus Ecotekne, per partecipare alla presentazione di un progetto in collaborazione tra il Consiglio Nazionale delle Ricerche e il gruppo Eni.
Subito dopo il Primo Ministro incontrerà i ragazzi della Scuola Superiore Isufi.
Conte si interfaccerà con le eccellenze, ma Studenti Indipendenti-UdU Lecce non può accettare che si chiudano gli occhi su quella che è la reale situazione dell’Università italiana. “Avremmo preferito che Giuseppe Conte facesse un giro delle nostre strutture pericolanti per vedere con i suoi occhi in che condizioni si svolge la vita universitaria – afferma il sindacato studentesco – e per rammentargli che non è tra le mura del College Isufi che troverà lo specchio dei quotidiani disagi in cui versano gli studenti del nostro ateneo. Da anni le politiche dei vari governi hanno mortificato il mondo dell’Università in generale, ma in particolare gli atenei del meridione come il nostro, che subiscono i duri colpi di un sistema iniquo e ingiusto.
L’Università pubblica soffoca sotto le ennesime politiche insufficienti di un governo che, come i precedenti, dimostra di non aver a cuore le nostre esigenze.
Questo governo non ha ritenuto necessario un rifinanziamento strutturale dell’Università e del Diritto allo Studio, ha dato briciole e le ha sbandierate come conquiste storiche.
Come denunciava lo scorso dicembre Anna Azzalin, Presidente del CNSU eletta con la lista UDU – Unione degli Universitari: questo governo ha tagliato 30 milioni al diritto allo studio, 40 milioni agli atenei e 30 milioni alla ricerca. Non contento, ha pure bloccato le assunzioni all’università. In questo modo è inevitabile che gli atenei collassino e che gli studenti restino senza borse di studio.
Proprio il CNSU, su proposta dell’UDU, ha votato la scorsa settimana all’unanimità un parere molto critico su un’altra trovata dell’attuale esecutivo: l’autonomia differenziata.
Conosciamo bene le diversità territoriali regionali che si riflettono sugli studenti degli atenei e sul loro diritto allo studio. Dalla possibilità di usufruire di una didattica di qualità, all’istituzione di corsi di laurea a numero programmato locale. Dall’erogazione non uniforme di borse di studio, alla variazione della contribuzione studentesca, con l’aumento o diminuzione della tassazione. Dal servizio di mensa e ristorazione ai posti alloggio nelle residenze.
Riteniamo che la scelta di riconoscere a determinate regioni un sistema di autonomia differenziata rischia di acuire ancora di più il divario tra Nord e Sud, risultando così peggiorativa delle condizioni degli studenti.
Tutto ciò non fa altro che peggiorare il tragico fenomeno degli studenti in fuga dal sud. La migrazione studentesca non può essere considerata di per sé un dato preoccupante, considerato il periodo storico in cui viviamo; diventa preoccupante nel momento in cui la scelta di proseguire i propri studi universitari in un’università lontana dalla città natale è dettata da condizioni economiche e dalle diverse opportunità di welfare che le regioni offrono. Ogni anno, infatti, il Sud perde il 20% della sua popolazione universitaria potenziale, rivelandosi così incapace di attrarre studenti dalle regioni centro-settentrionali, che migrano al al Sud in meno del 2 %.
Puglia e Sicilia sono le Regioni da cui sono partiti più studenti nel 2017/18: sono infatti stati oltre 52mila i pugliesi (su una popolazione studentesca di poco inferiore alle 130mila unità) che sono andati a studiare altrove, più di 4 su 10. Ci troviamo perciò di fronte alla tragica consapevolezza che ogni anno il Sud Italia perde i suoi giovani migliori che scappano verso il Centro-Nord, una vera e propria ecatombe che sottrae energie intellettuali, risorse economiche e capitali alle zone più deboli del Paese. Questa non è altro che la dimostrazione di come la questione meridionale continua inesorabilmente a manifestarsi e che la forbice delle disuguaglianze tra le regioni del Nord e quelle del Sud aumenta sempre di più.
Le differenti condizioni di accesso ai servizi di trasporti, la mancata copertura delle borse di studio per tutti gli idonei e le difficoltà strutturali ed infrastrutturali delle regioni del sud non consentono, molto spesso, agli studenti meridionali di poter fare una scelta, obbligandoli ad abbandonare il proprio territorio e le proprie famiglie per proseguire gli studi in regioni in cui possono percepire la borsa di studio ed accedere ai servizi essenziali che ad oggi nel sud non vengono ovunque sufficientemente garantiti.
Si salvi chi può quindi da un Mezzogiorno avaro di opportunità e, a questo punto, anche povero di prospettive. Siamo di fronte ad una lenta agonia sullo sfondo di una politica che si è dimostrata e si dimostra ancora inerte e incapace sul tema.
Infine non possiamo esimerci dal condannare fermamente la deriva politica e sociale a cui questo governo, ingabbiato nella morsa leghista e sovranista, sta esponendo il nostro Paese. La nostra posizione di sindacato studentesco di sinistra è molto chiara: no a questo governo dei tagli, della precarietà, della violenza!”.