SALENTO – Il “Regina Margherita” e il Polo Pediatrico del Salento uniti per la salute dei bambini, per un ospedale pediatrico, che sia realizzato con tutte le caratteristiche e standard d’eccellenza a tutela e a garanzia di un trattamento di diagnosi e cura omogeneo per tutta la popolazione in età evolutiva.
Piero Abbruzzese, primario di cardiochirurgia nell’ospedale pediatrico torinese per vent’anni, ha spiegato l’importanza degli ospedali pediatrici ed ha affermato che “il bambino non è un piccolo adulto, ha delle problematiche diverse, richiede molte più attenzioni, è unico, e deve essere curato in maniera olistica, nella sua interezza e non solo nella malattia. In 20 anni ho operato più di 5mila bambini al cuore, i buoni risultati sono stati frutto anche del fatto che questo fosse un ospedale pediatrico”. Per Abbruzzese gli ospedali interamente dedicati ai bambini sono necessari e utili in sede regionale o sovraregionale. “A Lecce l’ospedale pediatrico sarebbe molto importante, in quanto ad esempio quello di Bari non ha molte risorse e deve quindi essere sempre subordinato ad altri ospedali. Creare il Polo a Lecce sarebbe un’opportunità per voi e per Bari, potreste collaborare, per creare in Puglia realtà forti, che si possano prendere così cura di 5 milioni di persone”.
Per Abbruzzese è quindi un dovere morale per aiutare e assistere i bambini malati quello di realizzare un ospedale pediatrico a Lecce di alto livello e stabilire una connessione di rete tra tutti i grandi ospedali pediatrici, per condividere le conoscenze e per aiutare così i bambini e le tante famiglie costrette a cercare cure altrove. “Io sarò ben lieto di collaborare con il nascente Polo e per quello che posso darò una mano per l’Ospedale del Salento. Bisogna salvare gli ospedali pediatrici, il Regina Margherita deve esserci, così come il Polo a Lecce”.
Le specialità degli ospedali pediatrici? Per Abbruzzese l’ospedale pediatrico deve cercare di non far piangere i bambini, essere esteticamente valido, creando un ambiente a misura di bambino e l’architetto che progetta l’ospedale pediatrico, dovrebbe pensare anche ai loro genitori, in quanto vivono insieme al bambino in ospedale. “Importante sarebbe prevedere nella stanza il letto anche per la mamma, che non deve essere separata dal bambino”. Ma soprattutto per Abbruzzese bisogna fare tutto ciò che può essere utile per alleggerire l’impatto con l’ospedale e far vivere quanto più possibile le giornate al bambino ricoverato in modo più rilassato. Utili clownterapy e la pet terapy.
Il dottore è anche chirurgo nei paesi più dimenticati del mondo. Ha realizzato un ospedale pediatrico ad Hargeisa, in Somalia e a spingerlo è stato il fatto che per lui i bambini sono esseri speciali, sono tutti uguali e bisogna difenderli, proteggerli. “Noi siamo nati in Italia non è un merito, ma una fortuna che dobbiamo dare anche agli altri per evitar loro viaggi della speranza, evitare che i bambini muoiano per mal nutrimento o carenze di farmaci”. Il dottore ha però anche ribadito che devono finire i viaggi della speranza anche in Italia e che vi è la necessità che ci sia un ospedale di eccellenza, con determinati parametri, per i bambini nei più grandi centri d’Italia, in quanto “non possono esserci solo il “Bambin Gesù”, il “Gaslini”, il “Regina Margherita”, il “Meyer” e poco più. Servono più Poli dove siano concentrate tutte le eccellenze”.
Dell’assoluta importanza dell’impatto ambientale sul discorso terapeutico del bambino ce ne parla l’architetto G. Lacanna, componente del comitato tecnico Asl/ Tria Corda, che si occupa della realizzazione del Polo Pediatrico a Lecce, che sottolinea l’evidente correlazione tra le proprietà dell’ambiente fisico sanitario e, ad esempio, la degenza post-operatoria. Inoltre, l’architetto afferma che “il contatto visivo con elementi di verde e luce naturale, o sue emulazioni, è stato dimostrato che contribuisce alla riduzione dei tempi di degenza post-operatoria di chirurgia generale e anche alla riduzione della quantità di analgesici somministrati in fase di recupero post-operatorio”. Continua “Oggi siamo arrivati a poter misurare l’impatto che il design e le scelte funzionali di un ambiente tipicamente sanitario possono avere anche a livello psicosociale dell’utenza ospedaliera: pazienti e staff medico. Il benessere psicosociale gioca un ruolo fondamentale nel periodo di degenza ospedaliera, soprattutto a medio e lungo termine; avendo un impatto non solo sull’efficienza del processo terapeutico, ma anche sui costi di gestione dell’intera struttura sanitaria”.
Per l’architetto il polo pediatrico del Salento offre l’opportunità unica di poter creare qualcosa che nel Sud d’Italia ancora non esiste. “Mi piacerebbe portare un po’ dell’esperienza di Olanda e Svezia nel contesto sanitario italiano, gettando probabilmente una prima pietra su un processo di revisione generale delle strutture sanitarie italiane. Digitalizzazione ed interattività dominano oramai il panorama sanitario nord europeo ed hanno un impatto notevole anche su come i processi terapeutici vengono gestiti. Implementare soluzioni che rispondono a questi parametri, sarebbe veramente un eccezionale obiettivo”.
Per Lacanna le strutture attuali non vanno bene. “Non basta rispettare le norme tecniche per creare strutture efficienti. Non basta colorare due muri e abbandonare in un angolo remoto di un corridoio di reparto un cavalluccio di plastica rossa o uno scivolino giallo che quasi sicuramente nessuno mai userà. Gli spazi ed il loro design vanno differenziati in base alla tipologia di paziente, e nel caso dei giovani pazienti, tenendo conto anche delle fasce d’eta’. L’ambizione di Lacanna è quella di profilare il nuovo polo pediatrico come un progetto di evidence-based design basato sui concetti di healing environment e planetree.
Clarissa Rizzo