di Gaetano Gorgoni
LECCE – Non è più come un tempo, quando tutti si alternavano sulla stessa piazza Sant’Oronzo a turno. Ognuno ne sceglie una a sorpresa: il centrodestra di Congedo, addirittura, si esibisce in un doppio comizio, con i fittiani che fanno per conto loro. È una campagna elettorale in cui si è parlato molto meno di filobus, visto che si è capito che bisogna tenerlo in circolazione ancora per un po’, e molto di più del Pug, atteso da almeno un decennio. “Piazze piene, urne vuote”, ripete qualcuno. Eppure le piazze piene hanno portato fortuna a Salvemini due anni fa. Anche al Movimento 5 Stelle, che durante le politiche si immergeva in fiumi di gente. Tutt’e due hanno scelto la piazza centrale leccese per chiudere la campagna elettorale, ma la sfida l’ha vinta Carlo Salvemini, che ha portato molta più gente in Piazza Sant’Oronzo. “La Questura direbbe che siamo 2000-3000” – afferma ironicamente il candidato del centrosinistra. Una militante urla: “Siamo almeno 5000”. Un’intera fetta di piazza è ricoperta di simpatizzanti e militanti. Quelli del Movimento 5 Stelle scelgono una manifestazione più folkloristica, con la banda che attraversa le vie della città e poi sbarca con la ministra Lezzi e Arturo Baglivo sul palco. Sono passati gli anni, sono stati persi tanti pezzi. A memoria possiamo ricordare quelli di cui si è parlato di più: i no Tap, Giovanni Manzo, Caterina Vitiello, Maurizio Buccarella (per altre ragioni) e persino Italo Porcari. Solo alcuni nomi, ma il disimpegno è di tanti altri.
La piazza alle comunali leccesi non si gonfia per i pentastellati da sempre. Arturo Baglivo, però, è convinto di poter arrivare al ballottaggio e ricorda: “Noi siamo diversi, ci hanno copiato le idee: vogliamo una città smart e a misura di cittadino. Per anni la città non ha avuto una progettualità. Sprofonda con 70 milioni di euro di debiti. Per 20 anni non potremo fare nulla. Noi vogliamo cominciare dalle piccole cose: eliminiamo le barriere architettoniche e culturali di questa città e mettiamo il fotovoltaico su tutti i palazzi. A Lecce è tutto difficile. Vogliamo una città dove l’amministrazione ascolti i cittadini”.
I primi a salire sul palco di Piazza Sant’Oronzo sono i due del patto che fino ad oggi ha cambiato la storia della politica leccese: Alessandro Delli Noci (ex assessore nel centrodestra) e Carlo Salvemini. L’attacco frontale è rivolto al centrodestra e contro Congedo: “Raccontaci cosa hai fatto in vent’anni di Consiglio regionale, quali sono le tue battaglie, cosa hai fatto per difenderci dal baricentrismo – attacca Alessandro Delli Noci, per replicare alle accuse di essere una pedina nelle mani di Emiliano – Io non mi sono candidato perché riconosco un valore eccezionale nella politica che fa Carlo Salvemini. Non abbiamo bisogno di leader solitari, ma di una nuova classe dirigente. Lecce ha bisogno di cittadini tra i cittadini. Carlo non ha nessun ex sindaco dietro e nessuno che vuole governare per lui”. Ancora una stoccata al suo ex sindaco, Paolo Perrone: ormai è una battaglia senza esclusione di colpi.
“Valori, principi, siamo una comunità: un’alternativa – chiosa Carlo Salvemini – Non cavalchiamo i bisogni delle persone, ma ce li carichiamo sulle spalle. Non diamo soluzioni banali e semplici. Siamo qui per dire che la città è di tutti e appartiene al popolo”. Poi, l’attacco al centrodestra, che non si è voluto misurare in Piazza Sant’Oronzo: “Dicevano parole di sfida: ‘Vinceremo al primo turno’. Ora hanno paura. Cosa diversa dal voler vincere senza paura di perdere, come noi”. L’ex sindaco risponde in maniera tagliente a chi dice che la città è triste: “Ci piace la bellezza, vogliamo una lecce più bella e siamo allegri”. Poi il Pug: “C’è l’urgenza di dotarsi di un piano regolatore, dopo anni persi a dare consulenze milionarie”. Il cambiamento si ottiene impegnandosi ogni giorno per una città pulita, secondo il candidato di sinistra. Bacchettate anche per Adriana Poli Bortone, “che ha detto che i radical chic vanno in bici”. Salvemini promette una Lecce diversa, con meno auto e più biblioteche.
LA BATTAGLIA DI ADRIANA POLI BORTONE
La senatrice Adriana Poli Bortone sceglie Settelacquare, precisamente il Mercatino delle arti e delle etnie per l’ultimo comizio prima del silenzio elettorale. La battaglia è quella contro l’idea del voto inutile: “Noi possiamo farcela. Esiste l’elezione diretta del sindaco: è ininfluente che io abbia 4 liste rispetto alle 13 di Congedo. Io quelli delle mie liste li conosco: non devo andare dal notaio a fare gli accordi. Ci differenziamo da chi essendo debole ha scelto di correre con 13 liste. La parola d’ordine è coraggio, perché col coraggio di vince” – spiega la senatrice, che promette di valorizzare le marine e puntare sul porto turistico (progetto che si perse dopo il suo governo). Io sono sempre stata di destra “almirantiana”: Almirante parlò di partecipazione immediata e diretta dei cittadini. Sul palco c’è anche Ugo Lisi che parla dell’irriconoscenza delle persone: “La città necessita di un nuovo intervento di Adriana: a cominciare dalle buche (prima asfalto, poi strisce blu e poi la fibra sono irrazionalità pura). Come si fa a chiudere l’ufficio Europa? Non si punta sui centri sociali per gli anziani, per renderli attivi. Questo è il sociale e il vero welfare: gli altri pensano agli incarichi, ai loro interessi!”.
IL CENTRODESTRA SI DIVIDE SU DUE PIAZZE
I centrodestra fa una chiusura di campagna elettorale piuttosto anomala: a Parco di Belloluogo una parte, con festa finale, e alle “Tagghiate” Fitto con Tondo. Il leader di Direzione Italia ha elogiato il suo nuovo braccio destro leccese.
A Belloluogo apre, come sempre, Gaetano Messuti: uscire dal predissesto, abbassare le tasse, ridare slancio economico alla città, ripensare le marine e uscire dalla tristezza sono il mantra che ribadisce il centrodestra.
“Loro sono passati dal fair play al nervosismo – spiega Saverio Congedo – Il nostro compito è quello di guardare avanti: risollevare la città dal torpore e da 18 mesi di scelte sbagliate e provvedimenti sbagliati” – spiega Saverio Congedo.
“Lecce ha davanti a sé, nei prossimi dieci o venti anni, sfide cruciali che richiedono un governo determinato, coerente, solido.
La mia candidatura è espressione di un reale progetto politico e amministrativo, di una coalizione ampia e coesa, un bel mix di esperienza e risorse nuove, giovani preparati, in grado di garantire stabilità e buon governo per questa città.
Per questo chiedo ai miei concittadini, il 26 maggio, una scelta forte, un voto chiaro e utile per far ripartire la nostra città dopo mesi di immobilismo, inconcludenza e scelte sbagliate”.
MARIO FIORELLA, LA SINISTRA PURISTA
Il candidato della sinistra dell’associazione Lecce Bene Comune, alternativa a Salvemini, ha chiuso ieri la sua campagna elettorale. Ecco la sintesi del suo discorso:
“Un grazie ai leccesi, per avermi ascoltato e per avermi dato la possibilità di esplorare la mia città in profondità. E un grazie alla squadra di donne e uomini meravigliosi che hanno condiviso con me queste settimane di intensa campagna elettorale in giro per la città. E’ questo il primo messaggio che mi sento di trasferire. Il secondo è che, se la comunità sceglierà di darmi la sua fiducia, io manterrò fede al mio impegno di rendere Lecce ‘una città più giusta, più verde, più solidale’, dando voce a chi non ha voce, agli ultimi e penultimi, ma anche a commercianti, imprenditori, professionisti. Come ho avuto modo di raccontare diverse volte, non rientrava tra i miei progetti fare il candidato sindaco. Eppure, ho sempre fatto politica per l’ambiente e a sostegno dei più deboli, da magistrato e da cittadino. Con Sinistra Comune ho deciso di proseguire concretamente il mio impegno, e di battermi innanzitutto per riportare la vita nelle periferie decentrando uffici, corsi di studio e attività commerciali, azzerando, quindi, la distanza con il centro cittadino. Vogliamo, inoltre, riqualificare, dal punto di vista ecologico, la zona indistriale e trasferirci il mercato ortofrutticolo all’ingrosso, ripartire dai servizi minimi nel trasporto, dare una sede alla Casa delle donne, censire gli immobili di proprietà degli enti al fine di utilizzarli per ospitare uffici, associazioni, garantendo il diritto di tutti a esprimersi ed evitando l’ulteriore consumo di suolo. E poi, ancora, vogliamo l’attivazione delle Consulte in ogni campo, l’istituzione di un assessorato alla Valorizzazione universitaria, la rivitalizzazione dei mercati rionali e delle marine, l’introduzione di incentivi fiscali per gli operatori commerciali virtuosi e di un marchio di qualità per gli esercizi che rispettano i diritti dei lavoratori. Abbiamo poi progettato il ridisegno dell’intera area attorno allo stadio. Proseguiremo, inoltre, in ogni sede possibile, le nostre battaglie ambientali contro Tap e contro le emissioni inquinanti di Ilva e Cerano, che purtroppo riguardano anche Lecce. Trasparenza, senso della partecipazione, legalità, rifiuto di ogni trasformismo, sostenibilità: queste sono le parole d’ordine della mia campagna e, se i leccesi lo vorranno, del mio impegno dentro il Palazzo. Sono entusiasta, convinto e felice di aver accettato questa sfida. Noi ci crediamo. Fino in fondo. Credeteci anche voi”.