Oggi, 24 Maggio, sono tantissimi i cortei in tutta Italia in lotta contro i cambiamenti climatici: dalle scuole e dalle università parte la ribellione dei giovani.
“Oggi saremo in piazza in tutta Italia con Fridays for Future per cambiare il sistema che ci sta portando al disastro climatico – spiegano gli studenti della Link – Le scuole e le università e lo Stato devono subito dichiarare l’emergenza climatica, attuando le misure necessarie ad abbattere le emissioni nel più breve tempo possibile. Devono essere aboliti i sussidi pubblici alle fonti fossili, per utilizzare questi miliardi in un investimento pubblico in istruzione, ricerca e politiche industriali sostenibili.
Centinaia di studenti si sono trovati oggi alle ore 9 da Porta Napoli a Lecce, in contemporanea a tantissime altre piazze d’Italia e nel mondo, da dove è partito un grande corteo studentesco nella giornata del secondo sciopero globale del movimento Fridays for Future. Oggi tutto il mondo della scuola è in mobilitazione per pretendere risposte da un Governo repressivo che calpesta il nostro diritto al futuro, gli studenti continuano a prendere parola senza cedere davanti a minacce e sanzioni. Da tutte le piazze di oggi continueremo a esprimere solidarietà alla prof Rosa Maria, la cui assurda sospensione è stata finalmente ritirata dopo che in tutto il Paese studenti e docenti si sono mobilitati. La libertà di espressione e di insegnamento non possono essere messe in discussione: le scuole libere sono quelle in cui si possono mettere in crisi le politiche dei Governi, dai disastri ambientali ai diritti negati, senza incorrere nella repressione.
Dopo aver chiesto ai vari Atenei italiani di prendere posizione contro il cambiamento climatico, attraverso il nostro appello https://bit.ly/2VZIYYz, oggi saremo in tutte le piazze ialiane con la comunità accademica per richiedere risposte certe su una questione così urgente. Non possiamo rimanere immobili mentre viene messo a rischio il nostro futuro. Le Università tornino ad essere i presidi di democrazia da cui ripartire per invertire la rotta: ciò che si insegna e ciò che si ricerca all’interno dei nostri atenei deve essere in grado di mettere in discussione le scelte politiche passate e attuali e pensare una società differente, slegandosi da qualsiasi logica di profitto e sfruttamento. Si finanzi l’Università e una ricerca libera per poter immaginare un futuro desiderabile per tutte e tutti”.