SALENTO – Una delle foto più emblematiche di questa giornata di maltempo e quella scattata a Santa Cesarea, nella zona delle Terme, alle 9:10 del mattino: le onde altissime quanto le case hanno sferzato il piccolo centro, una “bomboniera turistica” che con questo maltempo viene “insultata” dal vento. È evidente che quella zona è più esposta allo scirocco, mentre paesi come Otranto non registrano problemi (anche se quest’ultimo Comune ha scelto la strada delle chiusure). Comunque, tutta la costa è minacciata da onde altissime. I residenti si sono rifugiati nelle case, ma giungono segnalazioni di vetri e porte rotte. A Porto Cesareo una tromba d’aria ha spazzato via i pannelli solari dal tetto del lido Samanà: persino dei muri sono venuti giù. Si è rivelata sbagliata l’idea di non chiudere scuole e uffici pubblici di Comuni con le marine come Gallipoli e Nardò, secondo molti genitori, perché alla fine in molti, per paura, sono rimasti a casa.
Alcuni genitori hanno lanciato tutta una serie di improperi su Facebook contro Stefano Minerva. “Si vede che non ha figli!” – tuona un genitore. Qualcuno fa notare che il concorso pubblico per “istruttore direttivo amministrativo” per il Comune di Gallipoli è stato rinviato, mentre le scuole sono rimaste aperte.
IL MALTEMPO A NARDÒ FINISCE IN VELENI POLITICI
Polemiche anche a Nardò, dove scende in campo perfino l’opposizione, con Lorenzo Siciliano: «Solo un pericoloso irresponsabile come Mellone poteva decidere di non firmare l’ordinanza di chiusura delle scuole della Città, con un’allerta meteo arancione, mettendo a rischio centinaia e centinaia di persone tra docenti, studenti e personale scolastico – tuona i consigliere – Nonostante il Comune di Nardò non abbia assunto i provvedimenti necessari (se non pubblicare dei ridicoli inviti su fb a non uscire da casa) come invece fatto da TUTTI i Comuni della Provincia, per affrontare queste ore di inedito maltempo, nelle strutture scolastiche di Nardò si registrano poche decine di studenti presenti che, comunque, in questi minuti, stanno rientrando nelle loro abitazioni accompagnati dai genitori.
In sostanza abbiamo dovuto e dobbiamo ancora sperare nel buon senso di genitori, docenti e dirigenti scolastici, mentre non esiste una singola misura messa in campo per affrontare il maltempo annunciato e prevenire i possibili danni. Ancora una volta, il sindaco di questa Città ci dimostra di essere un carico a chiacchiere, un incapace e dilettante buono solo a farsi selfie e a scialacquare il denaro pubblico in opere inutili».
Il sindaco Pippi Mellone non risponde direttamente, ma fa girare sulle chat (anche il suo amico Massimo Fragola) una risposta ironica postata da un autore ignoto sulla pagina facebook “difendere Nardò”: «A Nardò ci sono personaggi che vivono di maltempo. La pioggia è la loro festa. Quando piove escono fuori come le cozze.
Tutti sappiamo che le strade si sono sempre allagate (da 40 anni) ma solo il Sindaco Mellone ha migliorato la situazione al Gabbiano e alla stazione.
Eppure loro, che per 40 anni si sono presi fior di stipendi senza fare nulla, che fanno? Parlano!
Oggi è il turno dell’ordinanza sulla chiusura delle scuole.
Tutto va bene pur di fare polemica contro l’amministrazione Mellone.
Loro sanno sempre tutto. Peccato che tali capacità siano nate dopo la disfatta elettorale: prima, nonostante tanta “sapienza”, Nardò era in macerie!
Piove? “Apriamo le caditoie!”
L’unica cosa che hanno sempre fatto e che è profondamente sbagliata: per colpa loro continueremo a farla fino a quando non avremo più di 100mila euro da buttare per pulire le tubature, sicuramente piene di cartacce e foglie.
Allerta meteo? Chiudiamo tutte le scuole e al diavolo se i genitori perdono un giorno di lavoro. Tanto loro hanno le ville con la tata, la badante e la signora delle pulizie. “Queddha ca pulizza”, così la chiamano.
Chi se ne frega di chi deve perdere ore di lavoro perché la scuola è chiusa e non può lasciare i bambini a casa soli?
E poi il maltempo è solo per la scuola? O mettiamo il coprifuoco al primo brutto tempo? Loro non ci pensano a queste cose. Per i professoroni del passato l’importante è fare polemica, sperare che ci sia una buca, un rubinetto rotto, una busta della spazzatura abbandonata, per dare la colpa a Pippi.
‘Colpa di Pippi’, dicono. E si sentono Premi Nobel».