ROMA – Ha resistito fino a quanto ha potuto, poi ha dovuto tirare i remi in barca per non spaccare il Movimento 5 Stelle: arriva Vito Crimi, che resterà fino agli stati generali di marzo. “Noi dobbiamo pretendere il sacrosanto diritto di essere valutati almeno alla fine dei cinque anni di legislatura – ha detto Luigi Di Maio – Io penso che il governo debba andare avanti, perché alla fine” della legislatura “i risultati si vedranno ma dobbiamo avere il tempo di mettere a posto il disordine fatto da chi ha governato per trent’anni prima”. “Luigi Di Maio si è dimesso da Capo Politico del M5S, dopo due anni e quattro mesi in cui ha portato il M5S al 32% al Governo del paese per due volte” – commenta Antonella Laricchia, capogruppo in Regione Puglia, in un comunicato. Parole che edulcorano una situazione esplosiva. La senatrice Barbara Lezzi approva le dimissioni e chiede di cambiare, di adattarsi a situazioni nuove (lei è tra i protagonisti del documento contro il capo politico nei giorni scorsi): “Amici, lo ricordate Dario Fo nel 2013? Ricordate la sua gioia, il suo ottimismo?
No, non è affatto nostalgia la mia. È motivazione, determinazione. È volontà di innovare e rinvigorire il nostro Movimento insieme a tutti voi attivisti, eletti e simpatizzanti. Tutti noi, da Luigi all’attivista del più piccolo dei comuni, dobbiamo -ora più che mai- esserci. Non è tempo di bilanci, non è il tempo di attribuzioni di responsabilità. È il tempo del riconoscimento dei meriti che ci hanno fatto raggiungere alcuni dei nostri obiettivi. I Movimenti cambiano e si evolvono continuamente. Individuano obiettivi e si adeguano al loro perseguimento. Nessuno può mollare. Tutti dobbiamo progredire”
Intanto, l’emorragia nel Movimento non si arresta: sono andati via, tra espulsioni e dimissioni troppi parlamentari. Gli ultimi, in ordine di tempo, sono il barese Michele Nitti e la salentina Nadia Aprile (eletti nei collegi di Lecce e Casarano) si sono dimessi (non riuscivano rispettare i versamenti che si erano impegnati a effettuare), ma erano già stati travolti dalle polemiche. Il leader pentastellato, già impegnato come ministro degli Esteri, in realtà, ultimamente era nel mirino di molti militanti: in tanti stigmatizzavano il modo di fare da “muro di gomma” e le decisioni calate dall’alto. Per Antonella Laricchia Di Maio ha lasciato un’organizzazione al M5S che “permetterà ai militanti di rispondere alle esigenze dei territori come avremmo sempre voluto.
Lo ringrazio per tutto quello che ci ha dato, fino all’ultimo giorno, anche oggi con delle parole importanti.
È la fiducia, il valore principale che mi ha portato nella comunità del M5S, ha permesso a me come a lui di ottenere risultati, di vedersi riconosciuti ruoli strategici e delicati da quando ero una sconosciuta fino a oggi che sono una Consigliera regionale da ormai 5 anni.
Certo, ci vuole la giusta dose di accortezza e distacco ma io personalmente non rinuncerò mai a fidarmi delle persone, anche degli sconosciuti anche se la Storia ci dice, a volte piuttosto brutalmente, che alcuni la nostra fiducia l’hanno tradita. Non rinuncio a fidarmi perché senza fiducia nel prossimo non può esserci partecipazione.
Non smetterò di fidarmi dei cittadini, a cui va sempre garantita la presentazione di un programma elettorale serio e realizzabile. Forse ci eravamo illusi che realizzando il programma si potessero ottenere più voti. Ma al di là di tutto, non dobbiamo smettere di farlo.
Giusto lanciare la sfida di imparare ad alimentare un dibattito interno senza farci strumentalizzare dagli altri, perché altrimenti la nostra battaglia diventa mille volte più dura. I nostri nemici hanno capito come indebolirci, nascondendo le notizie, deformandole, dando visibilità all’ego di qualcuno. E se non sapremo essere forti e compatti, faremo il loro gioco.
Inevitabile il richiamo alla responsabilità: la responsabilità di rispettare gli impegni che ci siamo presi. Noi ci fidiamo l’uno dell’altro, e lo dobbiamo fare sempre… ma fino a prova contraria.
Tutti ci siamo impegnati a rispettare delle regole all’atto della candidatura, ci siamo impegnati di fronte agli italiani e se qualcuno tradisce, va allontanato a tutela di tutti gli altri che le rispettano”.
Per Valerio Iunio Romano Di Maio resta un fuoriclasse: “Ci sono momenti della vita in cui le emozioni ti si strozzano in gola e davvero non trovi le parole per esprimere ciò che provi. Tuttavia, senti il dovere di farlo, non per te stesso, ma per chi si è affidato a te.
Il MoVimento 5 Stelle è una grande realtà. Ha contribuito e sta contribuendo a cambiare il Paese e la vita di tutti noi cittadini non solo con la propria attività politica in senso stretto, ma soprattutto con l’approccio alla realtà di ogni giorno.
Il MoVimento è esso stesso cambiamento ed è in continua evoluzione, perché la vita stessa è trasformazione, crescita e non stagnazione. Questo è il valore aggiunto.
È facile cadere nella piaggeria e nei luoghi comuni. È facile cadere nella banalità. Non voglio farlo, ma non posso esimermi dal fare una considerazione che potrà apparire anche banale, ma che sento doverosa.
Ho conosciuto Luigi Di Maio dopo la mia elezione. Ho subito capito che era un fuoriclasse, capace di sopportare con lucida freddezza grandi pressioni e di vedere oltre rispetto all’orizzonte comune. Le poche volte in cui ci siamo confrontati sui temi di lavoro condivisi è stato lucido, aperto al dialogo e determinato, tanto da consentire di realizzare il disegno proposto.
Una sola volta gli ho chiesto di parlargli in privato e subito fui convocato a Palazzo Chigi.
Ai miei messaggi ha sempre risposto oltre il mero atto di pura cortesia.
Non so, in tutta onestà, dove riesca a trovare tanta lucidità e forza per essere sempre un passo avanti. E anche ora mi pare oltre, ben oltre le nostre piccole angosce”.