LECCE – Dopo 30 minuti nessuno scende dal treno ROMA-Lecce: la stazione è blindata e la polizia è ovunque. Il problema è nella carrozza numero 9, ma per controlli di pubblica sicurezza tutto il treno resta “blindato” (la notizia si diffonde in tutta la stazione già alle 21:15 di un venerdì 21 febbraio 2020). «Tutti a bordo chissà fino a quando. Aspettavamo i nostri figli qui, ma sembra che ci sia un passeggero con un sospetto nuovo coronavirus» – dice un uomo. C’è una dipendente FS con la mascherina. Le chiediamo perché la indossa: «I nostri colleghi ce l’hanno data». Sembra che uno dei passeggeri abbia avvisato del pericolo con una chiamata alla polizia. Ma le notizie ancora sono poco precise. In stazione la polizia attende l’arrivo dei sanitari.
Alle 22, dopo un’ora, i passeggeri si preparano a scendere: è sempre più probabile la tesi del falso allarme. «È come quando chiamano per dire che c’è una bomba, ma poi non trovano nulla» – spiega un poliziotto. Ma i passeggeri alle 22:15 sono ancora sul treno. Alcuni bambini piangono chiusi nelle carrozze. I passeggeri sono incollati ai cellulari per parlare con le loro famiglie. Dalle prime informazioni raccolte, sembra che la persona controllata sia di Otranto, proveniente da Shangai, controllato in partenza e in arrivo, senza risultare positivo. La psicosi è scattata, è vero, ma la prudenza non è mai troppa, come ci spiegano i sanitari all’azione sul treno. Ci sono dei protocolli ministeriali da rispettare e le direttive della task force regionale da eseguire. Il tempo scorre e alle 22:30 i passeggeri sono ancora inchiodati sul treno: nel vagone numero 9 vengono abbassate le tendine. Arrivano nuovi medici e altri poliziotti in borghese.
Alle 22:35 le porte del treno si aprono. Dall’Asl di Lecce partono le rassicurazioni. I soggetti interessati saranno monitorati per altre due settimane, ma per ora non è stato riscontrato alcun elemento che possa far pensare a un contagio di nuovo coronavirus.