SQUINZANO (LECCE) – La città “che non si Lega”, contro “quella che si Lega” incontra la pioggia, ma il no al populismo e al sovranismo si fa sentire lo stesso (nonostante la sfida numerica con i leghisti non sia stata vinta). C’è il leader Mattia Santori, che è pragmatico, perché si sente più vicino alla sinistra e non ai renziani (sul modello Emilia-Romagna): tradotto dal politichese è un sì a Emiliano piuttosto che lasciare la Regione in mano ai sovranisti. Erano circa trecento a occhio (forse più), quando la pioggia aveva già fatto scappare via un po’ di gente: le “sardine” pugliesi hanno risposto all’appello al seguito del leader del movimento antisovranista Mattia Santori che, dopo avere fatto tappa a Taranto in mattinata, ha seguito il leader della Lega Matteo Salvini anche nel Comune alle porte di Lecce.
“Nasciamo come movimento non bellicoso, che propone una contestazione pacifica alle contestazioni violente contro Salvini – spiega il leader da piazza Plebiscito – Siamo a Squinzano per porre un argine all’ondata populista: come già successo in Emilia Romagna, sta accadendo anche qua. Qui in Puglia esiste un modo di fare campagna elettorale che parte da uno sciacallaggio di tematiche sociali e ambientali, che non c’entrano nulla con la politica. Non sosteniamo candidati, ma guardiamo ai programmi e alle coalizioni. Sapendo bene qual è il nostro nemico, vogliamo sapere l’approdo verso cui correre. In Puglia una coalizione si sta costruendo, ma avere già un candidato eletto alle primarie (si riferisce a Michele Emiliano, ndr) è già un buon punto di partenza. Su Ilva e Tap non abbiamo ancora preso una posizione”.
Le contestazioni di Napoli, le foto con Benetton, i litigi non minano il movimento spontaneo, secondo Santori: “Ci dispiace solo che qualcuno che si professa di sinistra, antifascista o anti-salviniano venga a contestarci. Non è quella la strada, però sono liberi di farlo”. La sfida pugliese delle Sardine è al fianco di Emiliano, perché “ha una storia di amministrazione che può essere valutata: questo può rappresentare un punto di partenza”. Santori ribadisce di non essere il burattino di nessuno e di non portare l’acqua al Pd: eppure proprio le Sardine hanno fatto risorgere i dem a livello nazionale (tanto che Zingaretti vorrebbe rifondare il Partito Democratico con loro).
Lavoro, giovani, diritti delle donne e delle minoranze, immigrazione, populismo, sviluppo del Mezzogiorno, le Sardine parlano di tanti temi e cercano una contronarrazione efficace allo strapotere mediatico salviniano. Sono presenti, oltre alle Sardine, anche Arci, Libera, Arcigay, e altri movimenti, partiti, associazioni di Sinistra. Alle 21, la pioggia diventa ancora più forte e le Sardine, irrimediabilmente bagnate, sono costrette a cambiare porticato. Il comizio si tiene accanto alla sede del Comune di Squinzano. Pochissimi irriducibili seguono ancora i discorsi degli oratori che si alternano, dal palco continuano a parlare di resistenza, antifascismo militante, politica del dialogo, di valori, si continua a spingere in nome della “libera scelta”.
Non manca l’attacco delle Sardine al leader della Lega: “Salvini non è compatibile con la parola dignità – dichiara un attivista – sono qui per manifestare contro le sue idee, per manifestare le mie idee di libertà”. Parole dure in una battaglia che è solo all’inizio: vedremo in primavera con chi si schiereranno i pugliesi.