La domenica che precede quella di Pasqua è quella che chiamiamo la “Domenica delle Palme”. Domani si apre la Settimana Santa e la Passione del Signore diventa l’elemento qualificante della giornata.
I ramoscelli d’ulivo, però, non saranno benedetti nelle chiese e anche la formula della Domenica delle Palme subisce modifiche in osservanza del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri.
Due gli elementi del Messale Romano: “Domenica delle Palme e della Passione del Signore”, e cioè la commemorazione dell’ingresso del Signore in Gerusalemme, prima della santa messa con la benedizione dei ramoscelli d’ulivo o palme, e la proclamazione del racconto della passione, durante la messa.
La benedizione delle palme tra le mani dei fedeli non potrà però avvenire per cui attraverso la Congregazione per il Culto Divino e la disciplina dei Sacramenti, sono state date delle indicazioni diverse per le celebrazioni pasquali attraverso un decreto, con il quale si chiede che i fedeli di unirsi nella preghiera restando a casa. Potranno seguire la diretta dei vari momenti celebrativi di Portalecce oppure sull’emittente Telerama.
Nessuna benedizione avverrà per i ramoscelli d’ulivo, perché ciò non è previsto nella terza forma del Messale, a cui devono attenersi le chiese parrocchiali oggi. I rami benedetti, infatti, servono per la processione e per l’ingresso solenne all’interno della chiesa; perciò, in assenza di questi riti nelle liturgie parrocchiali, non vi è la necessità di benedirli. Il ramoscello d’ulivo benedetto, si ricorda nel comunicato della Curia, non è un talismano da portare a casa per proteggere i fedeli dalle disgrazie, quasi fosse un porta fortuna.
Nello specifico, come anche l’arcivescovo ribadisce nel suo decreto, si prevede: “Per la Domenica delle Palme una distinzione tra la celebrazione in Cattedrale e quella nella chiesa parrocchiale. Nel primo caso chiede che venga assunta la seconda forma prevista dal Messale Romano, con una processione all’interno della chiesa con ramo d’ulivo o di palma. Nel secondo caso, invece, l’ingresso del Signore in Gerusalemme viene commemorato in forma semplice (terza forma del Messale Romano)”.
La liturgia presieduta dall’arcivescovo prevede perciò la processione conservando il rito di ramoscelli e palme che saranno benedetti nel chiostro prospiciente la cappella del seminario e poi bruciati, attraverso la combustione dei ramoscelli saranno prodotte le ceneri per il mercoledì del prossimo anno.
Anche se non potremo accompagnare fisicamente Gesù all’ingresso di Gerusalemme (si legge sul comunicato) lo potremo fare unendoci attraverso la tv con il desiderio del cuore, come ci insegna Sant’Andrea di Creta: “Corriamo anche noi insieme a Colui che si affretta verso la Passione, e imitiamo coloro che gli andarono incontro. Non però per stendere davanti a Lui lungo il suo cammino rami d’olivo o di palme, tappeti o altre cose del genere, ma come per stendere in umile prostrazione e in profonda adorazione dinanzi ai suoi piedi le nostre persone… Stendiamo, dunque, umilmente innanzi a Cristo noi stessi, piuttosto che le tuniche o i rami inanimati e le verdi fronde, che rallegrano gli occhi solo per poche ore e sono destinate a perdere, con la linfa, anche il loro verde. Stendiamo noi stessi, rivestiti della Sua Grazia, o meglio, di tutto Lui stesso, poiché quanti siamo stati battezzati in Cristo, ci siamo rivestiti di Cristo (cfr. Gal 3, 27) e prostriamoci ai suoi piedi come tuniche distese.” (Domenica delle Palme, Ufficio delle Letture, Dai “discorsi” di sant’Andrea di Creta, Vescovo).